Con l’abbattimento di un autovelox il 18 febbraio scorso sulla statale 26 a Ivrea,il fantomatico Fleximan è approdato per la prima volta in Canavese, per poi ricomparire nel chivassese a San Sebastiano Po dove l’autovelox se l’è proprio portato via.
A quanto pare il responsabile non sarebbe la stessa persona, perché gli autovelox presi di mira erano distanti tra loro e l’azione spesso è avvenuta nello stesso giorno (anche se, nel caso si trattasse di un vero “super-eroe” come qualcuno ritiene, potrebbe volare con il suo mantello dai super poteri e percorrere tranquillamente in pochi istanti centinaia di chilometri).
La dinamica dell’emulazione sarebbe alla base della capillarità delle azioni: “cellule dormienti” che innescate da un capofila casuale, agiscono nel proprio territorio mosse dalla stessa istanza ideologica militante individualista, cellule che sicuramente non si conoscono tra di loro ma utilizzano lo stesso “brand” o marchio. Nella scorsa estate Fleximan è diventato un “personaggio” e il fenomeno di interesse pubblico, tanto che la BBC ne ha parlato definendolo una sorta di Robin Hood moderno. I realtà sono atti di vandalismo che obbligano le Amministrazioni comunali a dover spendere i “nostri” soldi per riparare i danni.
Sorge tuttavia una domanda: dietro la sicurezza stradale non è che gli autovelox servano per fare cassa in tempi di vacche magre? L’Italia, che ha il debito pubblico al 144% del PIL, ha il maggior numero di autovelox: 11.130 contro i 7.700 britannici, i 4.700 tedeschi e gli appena 3.780 francesi. La città con i maggiori incassi da autovelox è Firenze, con 23,2 milioni di euro, seguita da Milano con circa 13 milioni, Genova con 10,7 milioni e Roma con “appena” 6,1 milioni.
Dice però l’ISTAT: “nel 2022 sono 3.159 i morti in incidenti stradali in Italia (+9,9% rispetto all’anno precedente), 223.475 i feriti (+9,2%) e 165.889 gli incidenti stradali (+9,2%), valori tutti in crescita rispetto al 2021 ma ancora in diminuzione nel confronto con il 2019 per incidenti e feriti (rispettivamente -3,7% e -7,4%). Il numero di vittime è invece pressoché stabile”.
Intanto Fleximan conquista l’immaginario collettivo e diventa anche un fenomeno di marketing: 17 euro per una semplice canottiera con l’immagine della motosega, 32 euro per le felpe con cappuccio. Lo scorso carnevale accanto a Zorro (personaggio immaginario creato nel 1919 da Johnston McCulley), si è visto il costume di Fleximan aggirarsi di notte sulle strade italiane…
Tutto a spese nostre!