Nei giorni 16 17 e 18 ottobre presso la casa per ferie della Carmelitane di Focene (Fiumicino Roma) si è svolto un incontro dei giovani Cappellani ospedalieri; l’incontro è stato accompagnato da don Massimo Angelelli direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute.

Il tema dell’incontro era “Venite in disparte e riposatevi un po’”.

All’importante appuntamento ha partecipato, per la Diocesi di Ivrea, Don Valerio D’Amico.

I giovani Presbiteri, proveniente da tutta Italia si sono altresì rinfrancati, ricaricati è rimotivati in un clima sinodale.

Essi hanno assunto la consapevolezza che non sono parte di un clero raccogliticcio.

In uno stile di vera fraternità non è mancato è il dialogo mettendo le esperienze personali a confronto.

Tante le storie toccanti che questi giovani Presbiteri si sono raccontati, da queste esperienze è cresciuta sempre più la consapevolezza che i Cappellani ospedalieri rappresentano la bellezza della “pastorale dello stare”.

Ogni giorno guardano in faccia sia il dolore, sia la sofferenza e si ritrovano, pur con la loro presenza testimoniante e silente, a essere dono prezioso per l’ammalato, per le per famiglie e per il personale della struttura sanitaria.

Il direttore don Massimo ha raccontato le difficoltà che incontra l’Ufficio nazionale che, tra gli Uffici CEI, risulta essere tra i più giovani.

A questi giovani confratelli ha presentato inoltre anche le belle prospettive ed i progetti che si possono realizzare creando una bella rete nazionale e mettendo a disposizione ognuno il proprio carisma.

Tra i progetti, quello di ripensare la Pastorale della salute negli ambiti della catechesi e della liturgia, è aumentare le competenze dei cappellani, affinché essi non siano avulsi dal mondo ospedaliero che vivono, ma ne facciano parte integrante.

L’augurio è che a questi incontri si possa partecipare sempre più numerosi, perché facendo rete e grazie alla preziosa esperienza di don Massimo e alla giovane età, grinta e voglia di fare dei giovani Cappellani, si possa dare sempre più un volto nuovo e una freschezza nuova alla Pastorale della salute, affinché essa diventi faro nel mare della sofferenza e a chi si ritrova nella barca della malattia venga annunciata la bellezza della vita sempre e comunque. Un punto dal quale poter dire: e ora alziamoci e ripartiamo per testimoniare ancora la bellezza e la necessità di essere custodi dell’umanità.