Il Forum delle Famiglie nasce nel 1992 con l’obiettivo di portare all’attenzione del dibattito culturale e politico italiano la famiglia come soggetto sociale.
Da allora ha riunito movimenti ed associazioni del mondo cattolico che hanno nei loro interessi statutari la difesa della famiglia.
Ad oggi il Forum è composto da 47 associazioni nazionali e da 18 Forum regionali, che a loro volta sono composti da Forum locali e da ulteriori 582 associazioni.
Si stima che complessivamente siano coinvolte quattro milioni di famiglie per un totale di 12 milioni di persone.
A margine dell’Assemblea che ha eletto Presidente Adriano Bordignon sono state elette due vicepresidenti, Cristina Riccardi di AiBi e Pinella Crimì del Forum della Sicilia.
Eletti nel Consiglio direttivo: Lidia Borzì (delegata Acli a famiglia e stili di vita), Alfredo Caltabiano (Associazione nazionale Famiglie Numerose), Roberta Castellan (Associazione papa Giovanni XXIII), Emma Ciccarelli (Associazione Salesiani Cooperatori), Paola D’Alesio (Forum Abruzzo), Giovanni Giambattista (Forum Lombardia), Roberto Gontero (Forum Piemonte), Massimo Orselli (Associazione Famiglie per l’accoglienza), Paolo Perticaroli (Ass. Azione per famiglie nuove), Paola Pisoni (Forum Trentino) e Vittorio Ricchiuto (Ass. Rinnovamento nello Spirito Santo).
Tra le priorità del nuovo mandato: “Riforma fiscale coerente con i carichi familiari, potenziamento dell’Assegno Unico, incremento dei servizi per la prima infanzia, politiche per il lavoro femminile, giovanile e per la conciliazione, per invertire il terribile inverno demografico che ci sta investendo”.
Davanti ai recenti dati sulla preoccupante denatalità nel nostro Paese il Presidente Bordignon ha usato questi termini: “Siamo di fronte all’ennesimo bollettino di guerra di un Paese che sta osservando il proprio declino come se stesse assistendo dal divano ad un film distopico. Abbiamo perso quasi 8mila nati anche nel 2022 e per la prima volta siamo scesi sotto i 400mila nati. Viviamo in un’Italia a macchia di leopardo con situazioni drammatiche in alcune province della Sardegna o come la realtà di Matera, ma anche alcuni segnali di controtendenza come la provincia di Bolzano oppure Piacenza, segno che, a volerlo, si può attivare un ecosistema di politiche locali a misura di famiglia – prosegue Bordignon -. Non possiamo permetterci di restare inermi di fronte a questa continua emorragia di vita e speranza. Non bastano i primi timidi passi intrapresi con l’assegno unico, che oggi va potenziato nelle risorse, avvicinandolo agli oltre 200 euro a figlio tedeschi, e semplificato nell’accesso con la eliminazione o la riforma dell’Isee”.
“La riforma fiscale che sta prendendo il via deve finalmente rispettare i principi dell’equità orizzontale previsto dall’art. 53 della Costituzione e considerare la numerosità dei figli – sostiene Bordignon -; dobbiamo incrementare la quantità, qualità e flessibilità del lavoro femminile e capacitare i giovani a costruire un progetto di vita in un’età molto più anticipata rispetto ad oggi. Mettere al mondo un figlio in Italia è una corsa ad ostacoli che ormai ti avvicina pericolosamente al rischio di povertà. Dobbiamo invece sostenere e ringraziare le famiglie che hanno il coraggio di mettere al mondo un figlio. Non possiamo farlo domani. Dovevamo farlo ieri. Facciamolo oggi senza esitazioni”, conclude Bordignon.
Redazione Web