IVREA – Questa mattina, giovedì 7, nella Sala Dorata del Municipio si tiene la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2018 di San Savino, che si svolgerà dal 30 giugno all’8 luglio. Renzo Galletto, presidente dell’associazione Festa e Fiera di San Savino, e i suoi collaboratori presentano manifesto ufficiale e programma dei festeggiamenti del santo patrono.
Ne abbiamo parlato con loro per alcune anticipazioni di rilievo. In città sono attesi ben 300 cavalli, il triplo di qualche edizione fa e oltre 40 mila persone per quella che “da festa patronale deve diventare un evento nazionale”, come sostiene Galletto, che insiste sulla necessità di investire sulla programmazione poiché si tratta “di uno degli eventi più belli d’Europa: dove la sfilata del sabato sera – momento clou – è paragonabile solo a quella di Siviglia, dove 80 o 90 attacchi tutti insieme sono una dimostrazione dell’eccellenza tipicamente eporediese e la più grande d’Italia, dove i cavallanti eporediesi non possono non far pensare ai butteri della maremma o alla festa gitana a cavallo in Camargue”.
Il manifesto per l’edizione 2018 della Festa di San Savino titola così: “Un atto di responsabilità e di amore per la Città”. Infatti questa edizione – viene ricordato da Galletto – è stata organizzata “a cavallo” (manco a dirlo) tra due amministrazioni comunali, quella uscente e quella che scaturirà dalle elezioni del 10 giugno, o più probabilmente dal ballottaggio del 24, cioè pochi giorni prima dell’avvio dei festeggiamenti. Una situazione definita “singolare, dove l’associazione organizzatrice ha dovuto accettare una committenza da un’amministrazione per poi realizzarla con un’altra, guidata da un nuovo sindaco”.
San Savino è una manifestazione complessa che comporta grandi responsabilità, anche penali. Il riferimento è soprattutto alla Circolare Gabrielli che ha colpito numerosi eventi anche nel nostro territorio, alcuni dei quali soppressi per gli alti costi di progettazione e realizzazione. Per San Savino la “Gabrielli” costa 11 mila euro in più solo per la progettazione, senza contare tutto ciò che ne consegue. Renzo Galletto ha voluto eliminare ogni eventuale brutta sorpresa, e durante la campagna elettorale ha incontrato i candidati alla carica di sindaco per ricevere le assicurazioni del caso. Le ha ottenute perché, ci dice, “tutti i candidati hanno manifestato disponibilità e una proficua volontà di collaborazione”. D’altra parte ci saranno momenti, durante i giorni di festa, in cui il sindaco e la sua amministrazione parteciperanno pubblicamente, e questo non può prescindere da uno spirito inclusivo e una gestione coinvolgente, su cui Galletto e i suoi puntano con determinazione.
Non solo; ma la città avrebbe potuto fare a meno di una festa come quella del patrono San Savino? No di certo. E da qui “l’atto di amore per la città” convinto, dopo non poche discussioni e posizioni diverse nel dibattito interno all’associazione, dove era stata palesata anche la soppressione (lo stand-by, si legge nel manifesto) dell’edizione 2018 gestita da questa associazione, proprio per “non rischiare una nuova responsabilità, che comunque sarebbe stata a mezzadria fra due amministrazioni”.
In altre parole: perché dopo l’evidente successo dell’edizione precedente – dove era stata raggiunta “la completa autonomia finanziaria, il raddoppio del programma degli eventi e l’inclusione di tutte la componenti della città, laiche e religiose”- accettare una committenza in una fase “a rischio” per il cambiamento dell’amministrazione comunale? Appunto, proprio per “amore per la città”. Un “amore” che però si fa esigente e chiede qualcosa in cambio, soprattutto a chi siederà sulla poltrona di sindaco: che la festa del patrono Savino non resti relegata a pochi giorni, ma porti sviluppo al territorio tutto l’anno, perché “riteniamo che sia una grande opportunità di visibilità identitaria – dicono all’associazione organizzatrice -, che valorizza non solo la città di Ivrea a livello nazionale, ma anche tutto il territorio del Canavese”. E perché ciò avvenga gli investimenti a medio e lungo termine non dovranno mancare, così come un “pensiero in grande” del turismo di nuova generazione. A buon intenditor…
Carlo Maria Zorzi