La carta stampata è viva ed essenziale, anche nei tempi del web, e ha ottenuto un aperto sostegno da due importanti istituzioni democratiche: la Presidenza della Repubblica e il Parlamento Europeo. Mattarella, autentico leader super-partes, ha scritto che “l’incondizionata libertà di stampa costituisce elemento portante e fondamentale della democrazia e non può essere oggetto di insidie volte a fiaccarne la piena autonomia e a ridurre il ruolo dei giornalisti”; ancora il Capo dello Stato ha indicato “una stampa credibile” come “strumento importante a tutela della democrazia: questa consapevolezza deve saper guidare l’azione delle istituzioni”.
Il Presidente ha espresso questa chiara posizione, in linea con l’art. 21 della Costituzione, in occasione del rilancio editoriale di due testate del Meridione, “Gazzetta del Sud” e “Giornale di Sicilia”. I principali commentatori politici vi hanno tuttavia rilevato un chiaro monito alle posizioni oscurantiste assunte dai leader pentastellati che hanno minacciato dure sanzioni economiche per i fogli critici con il governo: il vicepremier Di Maio ha annunciato che vieterà alle aziende di Stato di far pubblicità sui giornali, il sottosegretario all’editoria Crimi ha promesso il taglio delle provvidenze (di cui beneficiano, nella logica del servizio pubblico, anche le testate diocesane che rappresentano una voce pluralistica nel panorama informativo). Come ha scritto il direttore del “Corriere della Sera”, Luciano Fontana, si vuole “punire i giornali e i mezzi d’informazione che hanno raccontato i problemi del governo e del Movimento Cinque Stelle”.

Il monito di Mattarella probabilmente bloccherà ogni misura legislativa (anche perché, in base alla Costituzione, occorre la sua firma ad ogni legge). Paradossalmente la carta stampata dovrebbe ringraziare i grillini perché, con le minacce, ne hanno sottolineato il carattere essenziale, potendo contare i quotidiani su venti milioni di lettori e i periodici su oltre trenta, tra settimanali e mensili; soprattutto la carta stampata può svolgere quell’analisi critica dei fatti che appare impossibile sui grandi colossi della Rete, con professionisti qualificati, inchieste approfondite, giudizio critico dei lettori (paganti).

Nella linea del Quirinale, il Parlamento europeo ha stabilito nuove norme di difesa del diritto d’autore (il copyright), a tutela in particolare della carta stampata, contro lo strapotere dei padroni della Rete (Facebook, Google…) che utilizzano i servizi sui media tradizionali senza pagare… un euro, come se le imprese editoriali fossero enti privati di beneficenza. L’Europarlamento ha votato a larga maggioranza (contrari gli euroscettici), ma ancora una volta il vice-premier Di Maio ha gridato allo scandalo, alla censura (appare chiara la difesa della piattaforma Rousseau di Casaleggio, cofondatore con Grillo del Movimento, meno nobile la tutela dei supermiliardari gruppi informatici della Silicon Valley).
Al Parlamento Europeo è passato il giusto principio della tutela del lavoro intellettuale e, contestualmente, il divieto… di rapina della carta stampata, che non può essere considerata una terra di scorribande per i signori della Rete. L’informazione, di qualità, ha un costo che va riconosciuto, come il corretto lavoro giornalistico non può essere scambiato come… un gioco di ragazzini su Facebook!

Il M5S, nato dalla Rete, non può pensare di eliminare gli altri strumenti della comunicazione;  e anche le misure minacciate contro il sistema televisivo (con nuove norme sugli spot) sanno di propaganda elettorale. In questo ambito Salvini ha preceduto gli alleati-rivali garantendo a Berlusconi la tutela di Mediaset (ottenendo in cambio un’opposizione morbida al governo giallo-verde). Il vice-premier leghista insiste poi per il controllo della Rai, con la nomina di un suo uomo a presidente: il rischio è di tre reti giallo-verdi, con le tre reti berlusconiane tiepide verso l’esecutivo e il direttore de La7 notoriamente amico dei pentastellati; sarebbe un panorama televisivo da anni Cinquanta, quando sul piccolo schermo andava in onda solo Fanfani, con la regia di Ettore Bernabei.
In questo scenario orwelliano le parole del galantuomo Mattarella appaiono ancora più profetiche: la carta stampata, locale e nazionale, come autentica difesa del pluralismo dell’informazione, contro ogni monopolio, della classe, della razza, del censo, del potere politico ed economico; oggi, in modo specifico, i media stampati (e in particolare quelli cattolici) non si sottomettono alla maggioranza silenziosa, ricordando, nonostante tutto, che anche i migranti sono persone, figli di Dio, come coraggiosamente ci insegna ogni giorno un Pontefice non subalterno ai sondaggi, fedele sempre all’insegnamento evangelico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Un monito etico che resiste nei millenni, valido anche nel dominio del web.

Mario Berardi