IVREA – Mercoledì sera a Montalto è stata celebrata la veglia di preghiera interreligiosa per George e Yaya, i due ragazzi morti domenica nel lago Pistono. Clima raccolto e presenze numerose a testimonianza di quanto grande è stata vissuta questa tragedia. Si resta spiazzati, di fronte a tutto cio’: ma come, due ragazzi che hanno superato prove terribili come la traversata del deserto e quella del Mar Mediterraneo a bordo di imbarcazioni malridotte e sovraffollate, perdono la vita in un laghetto a due passi da Ivrea?
Eppure è quanto accaduto domenica a George Lartey, 26 anni originario del Ghana, e a Yaya Coulibaly, 32 anni della Costa d’Avorio, i due richiedenti asilo annegati nelle acque del lago Pistono.
George si è spinto al largo per recuperare il pallone con il quale stavano giocando: quando ha iniziato ad annaspare, Yaya si è tuffato per aiutarlo: ma non sono più riusciti a tornare indietro, le acque del lago sono infide e li hanno trascinati a fondo. Altre persone che si trovavano in riva al lago hanno dato l’allarme, uno si sarebbe a sua volta tuffato per cercare di aiutarli, ma senza riuscirvi.
George era sbarcato a Lampedusa nell’agosto 2016, Yaya un anno fa, nel maggio 2017. Erano diventati amici, stavano lavorando sodo per integrarsi nelle nostre comunità – non sempre così disponibili a mostrarsi accoglienti verso chi appare diverso -: George aveva iniziato un tirocinio in un panificio della zona, mentre Yaya curava, come volontario, l’orto sociale a Montalto, oltre a seguire un laboratorio teatrale e uno di percussioni.
Due ragazzi che, come tanti, hanno cercato lontano da casa, dai propri affetti familiari, di costruirsi un futuro dignitoso: una calda domenica di giugno se li è portati via, insieme ai loro sogni e alle loro speranze.