Giovedì 2 maggio lo storico Palazzo Juvarra, sede del seminario arcivescovile di Vercelli, ha ospitato la “Giornata dei Seminaristi piemontesi”, annuale convegno degli studenti di teologia di tutta la Regione ecclesiastica, composta dalle 16 diocesi del Piemonte e da quella di Aosta.
Erano presenti 74 chierici provenienti dai seminari interdiocesani di Torino, Novara e Fossano, oltre a quelli diocesani di Vercelli, Alessandria, Saluzzo (della Comunità Cenacolo) e Pinerolo (del Cammino neo-catecumenale), con i rispettivi rettori e alcuni docenti di materie teologiche.
A fare gli onori di casa è stato l’Arcivescovo mons. Marco Arnolfo, che ha accolto sei vescovi della Conferenza episcopale piemontese: mons. Cristiano Bodo di Saluzzo (delegato della CEP per le vocazioni e i seminari), mons. Franco Lovignana di Aosta (e presidente della CEP), mons. Gianni Sacchi di Casale Monferrato, mons. Roberto Farinella di Biella, mons. Marco Brunetti di Alba e mons. Piero Delbosco di Cuneo-Fossano.
Dopo la preghiera di inizio mattinata nella cappella maggiore del Seminario, presieduta da mons. Bodo, il rettore del seminario vercellese mons. Stefano Bedello ha dato il benvenuto a tutti i presenti da parte della diocesi eusebiana, tornata ad accogliere l’annuale giornata dopo diversi anni.
«La consuetudine di celebrare, nel tempo di primavera, una giornata di incontro dei Seminaristi della nostra Regione affonda le sue radici nel secondo decennio post-conciliare – ha spiegato il vicario generale della diocesi – e la prima edizione, celebrata nel 1977, ebbe il tono di un convegno le cui coordinate avevano inevitabilmente riportato la riflessione su Optatam Totius e Presbyterorum Ordinis , i decreti del Vaticano II sulla formazione dei seminari e sul ministero sacerdotale».
«Da allora il tempo è trascorso abbondante – ha proseguito mons. Bedello – e in questi decenni la Chiesa pedemontana ha visto scorrere almeno tre generazioni di presbiteri; i nostri seminari sembrano soffrire di “anemia” oggi come più che allora, ma queste giornate, di incontro e condivisione fraterna, ci offrono speranza perché vediamo timidi segni di risveglio vocazionale in questi tempi difficili: è proprio in epoche segnate dall’abbandono dei valori e dalla liquefazione della società che può risvegliarsi nei giovani una domanda profonda sul senso della vita, della ricerca della vera felicità e della realizzazione di sé nel dono e nel servizio».
«La giornata annuale si svolge a Vercelli per la terza volta – ha ricordato il rettore – e le prime due furono celebrare durante l’episcopato di mons. Enrico Masseroni: nel 1998, con ospite d’eccezione il giornalista e saggista Vittorio Messori; nel 2006 fu la volta di mons. Italo Castellani, all’epoca Arcivescovo di Lucca e presidente della commissione CEI per i Seminari.
Si parlò allora del documento sulla formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana che sarebbe stato pubblicato pochi mesi dopo; oggi, a distanza di 18 anni, sta per uscire l’ultima ed aggiornata versione: ci auguriamo che questo convengo sia di buon auspicio, come lo fu quello del 2006».
La giornata ha avuto il suo culmine con la santa messa celebrata nel luogo più evocativo: la cappella di Sant’Eusebio, il grande evangelizzatore del Piemonte, che nel cuore del quarto secolo partì proprio da Vercelli per portare la Buona Novella a tutte le comunità cristiane dalle quali sarebbero germinate, nei secoli successivi, le sedi episcopali piemontesi.
Dal 1962 il proto-vescovo vercellese è riconosciuto come Partono dell’intera Regione conciliare, e celebrato nella data del 1⁰ agosto in tutte le Chiese.
Mons. Arnolfo nell’omelia ha sottolineato il significativo evento, che ha riportato di fronte all’antico Patrono tutti coloro che saranno preti nelle terre pedemontane, dal Rosa all’Appennino cuneese, dalla Valsusa al Ticino.
Dopo il pranzo in seminario, i chierici hanno proseguito il pomeriggio con la visita guidata alla Sinagoga di Via Foa (grazie alla generosa disponibilità della presidente della Comunità ebraica, professoressa Rossella Bottini Treves), alla splendida Chiesa di San Cristoforo, considerata – ha ricordato il parroco, mons. Sergio Salvini – la “Cappella Sistina” del Piemonte, ed infine la visita alla basilica di Sant’Andrea, simbolo della città.
Il canto dei vespri nella cappella del Seminario, officiato da mons. Bedello, ha concluso la giornata, che è stata dedicata alla memoria di Alessio Passiatore, il seminarista di Biella deceduto improvvisamente nello scorso mese di aprile a seguito di una crisi cardiaca nel seminario di Gozzano.