(Editoriale)
Nel torpore del lockdown è possibile che qualcuno abbia rivolto l’attenzione alle innumerevoli “giornate” mondiali, internazionali e nazionali che la primavera ha portato con sé. Ce n’è una collezione in cui perdersi, talune si sommano addirittura alla stessa data. In una decina di giorni abbiamo collezionato la giornata mondiale dell’acqua, della sindrome di down, della felicità, della meteorologia, della tubercolosi, in ricordo delle vittime della schiavitù, della povertà, dell’eliminazione della discriminazione razziale, della pace interiore, della poesia. E qui ci fermiamo. Senza dimenticare quelle giornate più casalinghe: in memoria delle vittime delle mafie, i cento anni dalla nascita dell’avvocato Agnelli e dell’attore Nino Manfredi, il Dantedì…
Se quest’ultime hanno un po’ di risonanza, quelle mondiali e internazionali entrano – purtroppo – nella serie del celebriamo tutto per ricordare nulla. Un’abbuffata indigesta che non rende onore a ciò che queste ricorrenze vogliono sottolineare, destinate a entrare nel dimenticatoio con la stessa rapidità con la quale sono state tirate fuori qua e là da enti, associazioni e organi di informazione. Se l’idea dell’Onu, che le ha calendarizzate, era quella di stuzzicare la curiosità popolare e far crescere un po’ di consapevolezza nelle persone, questa idea si è infranta contro il troppo che – come sempre – stroppia.
È un vero peccato, perché tante tematiche di queste “giornate” (non tutte) portano alla ribalta problemi e situazioni che meritano la nostra attenzione, e sovente chiedono anche un cambiamento di comportamento da parte nostra: verso gli altri, verso noi stessi, verso l’ambiente, verso quanto ci è dato di godere su questa terra. Una giornata passa sempre molto in fretta, e ciò che era ieri oggi è già vecchio, sorpassato, dimenticato, anziano, antico.
A proposito di anziani. Da martedì scorso si chiameranno “longevi”. Lo abbiamo appreso durante la conferenza stampa di presentazione dell’intergruppo Camera-Senato titolato “Longevità–Prospettive economiche”. Con esso due proposte di legge bipartisan sulla tutela dei longevi nostrani che sono tra i più longevi d’Europa. Ma non per forza i più sani.