La iconografia comune rappresenta la martire del III secolo Barbara con la pisside, simbolo del Celeste Sposo, la spada e la palma del martirio e, sullo sfondo, una torre con un fulmine: Barbara subì il martirio per mano del padre con il taglio della testa, ma quegli fu incenerito da un fulmine.
Per questo la santa fu sempre invocata come protettrice dalla “mala morte”, ovvero la morte improvvisa, ma poi diventò patrona, con l’avvento delle armi da fuoco, anche di cannonieri, artiglieri, vigili del fuoco, marinai e pure i genieri.
Quest’anno l’Associazione nazionale Ferrovieri del Genio (Anfg) ha voluto onorare la patrona con una grandiosa festa a livello nazionale, in una location diversa dal consueto: da Preganziol, sede della presidenza, si è trasferita a Gualdo Tadino, in Umbria nel cuore dell’Italia.
Complice il fatto che la ricorrenza sia caduta di domenica, moltissimi genieri – compresa una rappresentanza della sezione di Chivasso – sono stati presenti alle celebrazioni. Sabato sera 10 dicembre, partendo da Pieve di Compresseto, frazione di Gualdo, la statua della santa è stata traslata nella chiesa del Poggio, portata da alcuni ufficiali dell’Esercito e altri volontari. Una processione-fiaccolata molto suggestiva su una ripida strada illuminata dalle torce a vento, guidata dalla Confraternita della Santissima Trinità, con le palandrane rosse, che ha recitato il Rosario. Nella chiesa del Poggio è stata celebrata la Messa e poi è stato offerto ai convenuti un sobrio rinfresco.
Domenica mattina sulla piazza della Concattedrale di Gualdo, fin dalle 9 si sono dati appuntamento i soci del sodalizio, sia quelli che avevano pernottato nella ridente cittadina, sia quelli giunti dai dintorni.
Con l’arrivo delle autorità, ha avuto inizio la cerimonia ufficiale: l’inno nazionale e l’alzabandiera, poi il corteo fino al monumento dei Caduti per depositare il mazzo di fiori e poi il ritorno in piazza per la corona d’alloro.
Alle 11 la Messa nella concattedrale dedicata a San Benedetto, presieduta dal cardinal Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei, già vescovo metropolita di Perugia e Città della Pieve.
Nell’omelia il cardinale ha evidenziato la figura di Giovanni Battista che viveva nel deserto di Giuda e redarguiva i contemporanei perché oppressori del popolo.
Il richiamo del Precursore è valido anche oggi, ricorda con forza la responsabilità di vivere il Vangelo: tutti abbiamo bisogno dell’Avvento per convertirci, farci illuminare dallo Spirito Santo e percorrere la via dell’amore.
Il celebrante ha poi rivolto un saluto all’associazione, richiamando la competenza negli interventi per un territorio fragile e il servizio a favore dei cittadini nell’espletamento del lavoro ferroviario.
Al termine della celebrazione si è tenuto il convivio e ben 230 commensali hanno trovato posto alla Taverna di San Benedetto, collocata in un edificio medievale e con camerieri in abiti d’epoca.
Franca Sarasso
Redazione Web