(Graziella Cortese)
Grossman è un regista svedese molto giovane e attento ai fenomeni culturali del momento: ha seguito Greta Thunberg nella sua battaglia contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.
Ma il film-documentario che racconta l’ultimo anno nella vita della giovanissima attivista è qualcosa in più: ci regala alcuni tratti personali e intimi di Greta, momenti della sua infanzia, la vita con i genitori, i dubbi a scuola e il sorriso che precede una bella risata contagiosa.
Oltre all’analisi degli eventi vediamo le immagini che hanno trasformato la ragazzina svedese in un’icona: le treccine e l’aria seria, il celebre impermeabile giallo in attesa di fronte al palazzo del parlamento Riksdag, il cartello con la scritta “Sciopero scolastico per il clima”.
E la storia comincia proprio da qui: dall’incredibile iniziativa di un’adolescente di quindici anni che decide di dire basta e di riappropriarsi del proprio futuro; naturalmente incontra molti nemici sul suo cammino, a cominciare dagli ostacoli della burocrazia, per passare ai movimenti negazionisti e ai feroci attacchi sui social network; senza dimenticare una certa ostilità e diffidenza politica, o di persone che accusano la ragazza di essere manipolata, di esibizionismo e, in ultimo, di aver trovato un modo per marinare la scuola.
C’è chi ha speculato anche sulla sua malattia, la sindrome di Asperger, o l’ha trasformata in personaggio pop.
Ma nulla di tutto questo ferma la forza di Greta: più l’obiettivo della cinepresa la mostra minuta e fragile nella giacca a vento, più si scopre una sorta di gigante in grado di attraversare l’oceano sulla barca a vela e affrontare il congresso delle Nazioni Unite, per rimproverare aspramente il presidente Trump e gli altri capi di governo del pianeta.
E tutto questo per tornare, alla fine, al desiderio di essere una ragazzina come tante… almeno a Natale.
La pellicola sarà presentata nelle sale cinematografiche come evento speciale, il 2, 3 e 4 novembre.