La ca Granda Vi invita alla presentazione del libro sui dialetti di Sandro Ronchetti, in programma la sera di venerdì 6 aprile prossimo nel Salone d’Onore del Palazzo Municipale di Strambino alla presenza dell’autore e del sindaco.
Ecco come Ronchetti, nella premessa, spiega il suo lavoro e guida il lettore tra le pagine. “Questo è l’undicesimo libro che, in poco più di 20 anni, (dal 1996) porta la mia firma in copertina. Un lavoro pubblicato ogni due anni circa che ha toccato vari aspetti della vita, in qualche caso autobiografica, ma soprattutto delle due realtà in cui ho vissuto: il mio paese Collamato ed il Canavese, in particolare lo strambinese, dove ho passato quasi mezzo secolo della mia vita.
Questa volta ho voluto provare a ricordare, sperando in maniera positiva ma certo non esauriente e tantomeno certificata, ma solo approssimativamente attraverso ricordi personali, queste due realtà con l’uso dei Dialetti e delle Parlate di queste due realtà locali italiane simili ma molto diverse.
Si tratta in parte, per quanto riguarda il Dialetto collamatese, di un mini risarcimento personale visto che ho smarrito un mio piccolo dizionarietto dialettale che avevo implementato negli anni, con l’obiettivo di non perdere molte delle parole, oggi in disuso, utilizzate nel nostro mondo contadino.
Per cercare di legare invece le Parlate dello strambinese ho immaginato un ideale ‘Filo Rosso’ che collega i paesi della zona attraverso le vecchie, purtroppo solo in parte ancora rimaste, tradizioni dei Carnevali, messe in scena nei rispettivi Dialetti, come forti legami della vita comunitaria di ieri ed ancora oggi, dove permangono, strumenti di condivisione delle diverse identità locali.
E’ forse inutile ripetere di nuovo da parte mia che questo, come gli altri miei lavori, non hanno alcun valore ne storico ne letterario ma soltanto una testimonianza di un appassionato cultore delle tradizioni locali e della storia, definita ingiustamente ‘minore’ della ricchezza culturale che il nostro paese intende continuare a difendere e coltivare, Campanile per Campanile, pur inserendola in una realtà più grande europea, che molti ‘barbari’ di oggi vorrebbero cancellare per tornare ai piccoli litigiosi ‘feudi’, come quella sognata da grandi pensatori del vecchio continente dell’Europa Unita.
Una notazione per il lettore per concludere questa breve premessa.
Il Dialetto collamatese, diverso anche da quelli dei paesi vicini, è caratterizzato, oltre che dalla cadenza cantilenata, dalla troncatura accentata delle parole: Sà – Sandro; Fabrià – Fabriano; e dall’uso delle voci verbali al singolare anche per il plurale: “E’ partìi col pulman” – sono partiti in pulman; “E’ armàsti giùl campo” – Sono rimasti in campagna”.
Concludo davvero dicendo che, accanto alle espressioni dialettali, ho cercato di arricchire il mio lavoro con notizie storiche di luoghi, personaggi ed avvenimenti per arrivare quasi ai nostri giorni usando immagini ideali come quelle delle ‘anime’ dei nostri cari collamatesi che ci hanno preceduto e che si incontrano in Cielo, come ogni anno, su una nuvola celeste per la festa del Patrono”.