(di Fabrizio Dassano)
In questa stagione senza pioggia, con i livelli delle acque sempre più bassi e la mancanza di neve sulle Alpi (almeno al momento in cui ne scrivo: spero di essere smentito a breve), la politica dei governi nazionali e locali sta pensando ad un piano B per affrontare la probabile siccità estiva? Boh!
Per intanto il 40% dell’acqua potabile si disperde sotto terra dai tubi malandati delle condotte idriche. Il comitato delle talpe e dei lombrichi italiani ha mandato una sentita lettera di ringraziamento. Gli investimenti sugli acquedotti sono quasi tendenti a zero perché costosi e lunghi per i tempi della politica del “tutto e subito”.
Ma una soluzione si prospetta vicina e straordinaria: tra non molto le perdite saranno azzerate grazie alla straordinaria visione del nuovo che avanza e del cambiamento che incombe! Se la matematica non è un opinione, la percentuale del numero zero è sempre uguale a zero. Quindi per azzerare le perdite basterà attendere la siccità e la conseguente riduzione a zero dell’acqua presente nei tubi. Dopo la sbandierata fine della povertà, avremo così anche la fine delle perdite d’acqua potabile, che ci vede al primo posto in Europa.
Per quanto riguarda l’agricoltura, invece, verrà decretata la fine degli ortaggi. Ci nutriremo solo più di frutta secca, pomodori secchi, grano secco, riso secco e qualche bottiglia di bianco secco. La plastica sarà finalmente bandita: il pesce lo compreremo senza sacchetto di nylon, lo venderanno già con diversi sacchetti di plastica nello stomaco. Il capodoglio morto a Porto Cervo con un feto in pancia e 22 kg di nylon è l’emblema della protervia plastica e della ridicolaggine della legge: quando vai a comprare un etto di formaggio, uno di prosciutto e una pera e ti ritrovi 35 centimetri cubi di plastica da buttare. Poi hai anche quella cosa subdola, che è una carta ma ha anche una finestra di plastica trasparente per fissare la biova che hai comprato. Il prosciutto è avvolto in una carta che ha un secondo strato sottilissimo di plastica! Un mio conoscente, fanatico della raccolta differenziata, nottetempo incendia la carta sul balcone del condominio per riciclare la plastica del prosciutto! Un foglietto per volta.
Lasciando morire i capodogli e altri pesci in mare, veniamo qui vicino a noi. È risaputo che a Ivrea c’è il vento molto spesso. Quando c’è il vento forte, sovente la spazzatura attraversa il campo visivo della mia finestra, oltre a spargermi sulle falde del Colle Bellavista i panni che avevo steso ad asciugare. È quindi evidente che nel cassonetto dell’immondizia che si ribalta per il vento il nylon esce e si disperde nell’ambiente. Dove va a finire il nylon? Poiché il vento prevalentemente qui è di Tramontana, cioè da nord a sud, va a finire nel torrente Chiusella. Da qui il nylon si immette nella Dora Baltea, poi nel Po e infine nel Mare Adriatico.
Speranze? Una via d’uscita?
Forse c’è: si chiama Zuzana Caputova e domenica è stata eletta presidente della Slovacchia; è un’avvocata anticorruzione che iniziò la sua carriera politica lottando contro una discarica abusiva. Una pro-europa che sta inficiando il fronte sovranista di Erdogan (che ha appena perso le città di Ankara e Istanbul nella recentissima tornata elettorale), preoccupando il Fronte di Visegrad.
Alla guida di questo movimento ideale sovranazionale c’è una ragazza di 17 anni Greta Thunberg, che ha fatto fare una gran brutta figura agli attuali Potenti del Mondo. Ecco allora, forse il futuro è nelle mani dei ragazzini perché sono più credibili degli adulti. Un segnale? Ho saputo che in maniera spontanea in alcune classi di alcune scuole sono apparsi dei contenitori per dividere in classe la carta dalla plastica…