Il segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci è fra i più conosciuti brani evangelici, noto per sentito dire anche a chi non frequenta abitualmente la Chiesa.
Quale può essere il motivo di tale fama?
Sicuramente influiscono le proporzioni dell’avvenimento, evocate attraverso la numerologia del racconto: cinquemila uomini da sfamare per cui non basterebbero duecento denari di pane, eppure vengono saziati a partire da cinque pani d’orzo e due pesci, di cui alla fine restano dodici canestri di avanzi.
Ma ciò non basta a spiegare lo stupore e perfino l’incredulità che può suscitare questa narrazione; occorre forse tener conto di un dato che gli storici ci hanno trasmesso: fino alla prima rivoluzione industriale, e in certe zone del mondo anche oltre, la condizione normale dell’umanità era quella della carestia, non dell’abbondanza. Periodi di condizioni meteorologiche sfavorevoli comportavano cattive annate nei raccolti, arrivava la fame, che provocava vittime dirette e indirette e si innescava un circolo vizioso di calo della popolazione.
Perciò, vedere una tale abbondanza deve aver sconvolto la folla che partecipò al segno e ha destato un’enorme im-pressione nelle generazioni successive: Gesù è davvero colui che può saziare l’umanità.
Con un fraintendimento vivo allora e sempre in vigore: pensando essenzialmente alla questione materiale, la folla voleva farlo re; ma Gesù afferma che il suo Regno non è di questo mondo, che il suo cibo sazia dal punto di vista spirituale, la sua acqua è quella che toglie per sempre la sete, fino a fare del Suo Corpo del Suo Sangue il vero nutrimento per la vita eterna.
Gv 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte
e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere.
Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha 5 pani d’orzo e 2 pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere».
C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa 5mila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono 12 canestri con i pezzi dei 5 pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.