(Fabrizio Dassano)
Il mio ex vicino sostiene di aver ritrovato in soffitta un vecchio rullo dell’Istituto Luce e un proiettore cinematografico “Kodak Kodascope Mod. D. 16” per pellicola. Scrive nella missiva settimanale che la pellicola si intitola “Viaggio per torri e campanili” ed è stato realizzato da Mario Bonicatti, per il montaggio di Renato May nel 1943. Parla dei campanili d’Italia, partendo dalla Valle d’Aosta, indugiando su quelli di Ivrea (una città deserta per via della guerra) e proseguendo verso Sud fino a fermarsi a Roma (perché più a sud ci sono gli Alleati).
C’è il sonoro che si capisce appena e che dice, commentando un’ardita torre campanaria: “Squadrata e robusta di pietre schiette, rende l’immagine di un regime di popolo semplice e forte”. Di lì a pochi giorni il regime (fascista) crollerà lasciando centinaia di migliaia di soldati italiani sbandati in Grecia, nel mar Egeo, prigionieri in Nord Africa e nella ormai perduta Africa Orientale Italiana.
Comunque il senso della pellicola è quello di ribadire che il campanile più alto d’Italia è quello del Torrazzo di Cremona con i suoi 112 metri e 12 cm., con buona pace dei Canavesani e degli altri Italiani. Dopo la guerra – racconta l’ex vicino – il regista sarebbe stato operatore di macchina in film importanti come “I pinguini ci guardano” del 1946, per la regia di Guido Leoni, e poi addirittura al fianco di Carlo Lizzani nel documentario commissionato dal Partito Comunista: “Togliatti è ritornato” del 1949.
Del resto aveva esordito come operatore di macchina già nel 1920 con la pellicola dal titolo: “Supremo Convegno”, un drammone di Dante Cappelli, romano di Velletri attivo nell’industria cinematografica torinese. Ma il rigurgito di gloria per Mario Bonicatti, avvenne ancora nel 1952 con “Penne Nere”, sempre come operatore al fianco del regista Oreste Biancoli con gli attori Marcello Mastroianni e Marina Vlady.
In realtà – ci spiega l’ex vicino nella sua nuova sua folle passione cinefilo-campanaria – il 28 marzo 1955 iniziarono gli scavi per attaccare il primato cremonese e il 16 maggio del 1959 venne collocata la croce sulla guglia del campanile di Mortegliano in Friuli Venezia Giulia, all’altezza di 113 metri e 20 cm!
“Ma qual è il campanile più alto del Canavese – si domanda a conclusione della sua missiva l’ex vicino –? Sembrerebbe proprio quello di Azeglio, che con i sui 63 metri di altezza guarda tutti gli altri dall’alto al basso!”