Il centro-destra ha vinto in Liguria con il sindaco di Genova Bucci nonostante l’handicap di elezioni anticipate per la caduta della Giunta Toti, travolta dall’inchiesta giudiziaria sui traffici illeciti. È invece naufragato “il capo largo” del centro-sinistra, nonostante il buon risultato del Pd, confermatosi di gran lunga primo partito in Regione. Il candidato-presidente, l’ex ministro Orlando sostenuto dalla Schlein, ha fatto il pieno di voti a sinistra, ma sono mancati quelli del Centro: la lista con Calenda ha ottenuto l’1,6%, Renzi non c’era per il veto di Conte, che a sua volta ha pagato la ribellione di Grillo (nella terra del suo fondatore il M5S non ha raggiunto neppure il 5%). Stabile AVS di Bonelli e Fratojanni (6%).

In concreto il Pd della “svolta Shlein” si rafforza, ma i partiti alleati, per varie ragioni, si assottigliano: col risultato che l’alleanza di centro-sinistra non viene percepita come alternativa al centro-destra. E ciò nonostante i crescenti limiti della coalizione di governo: dalla contestata politica anti-migranti alla crisi con i Magistrati, senza dimenticare l’aperta guerra interna a FdI per il controllo del Ministero della Cultura (casi Sangiuliano e Giuli, due ministri apertamente discussi).

Dopo Genova nel Pd è riapparsa la componente riformista (sconfitta alle primarie) con la richiesta di guardare al centro, senza sottomissioni ai diktat di Conte (a sua volta sempre più autonomo, anche per la necessità di fronteggiare la scissione grillina) e il dibattito si amplierà dopo l’imminente voto in altre due Regioni, Emilia-Romagna e Umbria. Qui è avvenuto un fatto singolare: la candidata-presidente del centro-sinistra la sindaca di Assisi, è stata richiamata all’ordine dalla segreteria dem per un’intervista in cui aveva espresso “tesi cattoliche” sull’aborto e sul fine-vita, non in linea con la piattaforma programmatica Schlein; in precedenza a Torino due consiglieri regionali dem sono usciti dall’aula per non votare in documento critico sui pro-vita.

Sui temi etici quale proposta il Pd rivolge al Paese? Un programma vincolato o una disponibilità al confronto? La linea Prodi di incontro laici-cattolici o una immutabile posizione laico-radicale? Analoga questione si pone in campo sociale: sulla crisi dell’auto la segreteria è stata prudente, anche nelle critiche al gruppo Stellantis-Fiat. Sono mancate proposte innovative (come il Governo), ad esempio non c’è stata la richiesta di un intervento dello Stato nel Gruppo automobilistico, in difesa degli stabilimenti italiani; la Francia di Macron è invece presente nel quadro azionario, accanto alla famiglia Agnelli-Elkan e Peugeot.

L’alternativa al centro-destra si realizza con una coalizione compatta anzitutto sui programmi, dalla politica estera al quadrante italiano. I giochetti e le rivalità tra i leader interessano poco gli elettori, come dimostra il nuovo boom dell’astensionismo: 54%, maggioranza assoluta Di fatto, i due Poli rappresentano oggi due minoranze, ciascuna delle quali esprime un quarto dei cittadini elettori: la Meloni dovrebbe essere più prudente nell’evocare, a suo sostegno, l’intero popolo italiano; la Shlein, contraria a “larghe intese”, dovrebbe pensare alle urne semi-vuote. Tutte le forze politiche, sociali, culturali (compresi i talk-show) dovrebbero interrogarsi sulla preoccupante crisi della democrazia segnalata dal termometro dell’astensionismo. Insoddisfazione per l’attuale offerta politica, peso crescente dell’economia, debolezza delle istituzioni, ruolo soffocante degli scandali finanziari …?

In questi giorni un’inquietante vicenda di spionaggio su persone, imprese, vip, con collegamenti con la malavita e servizi segreti, è emersa da una sconvolgente inchiesta dei magistrati milanesi; è stato lambito persino il Quirinale, spiati leader politici da La Russa a Renzi, grandi industriali, giornalisti … Allo stato dei fatti la motivazione degli spioni è economica: fare soldi.

I PM di Milano hanno lanciato l’allarme sui pericoli per la democrazia: il Governo e le forze politiche dovrebbero rispondere subito con misure rigorose per la tutela delle Istituzioni (a cominciare dal Ministero dell’Interno) e di tutti i cittadini, rendendo concreta la difesa della privacy; analogamente va rafforzata la punibilità dei responsabili, senza tentennamenti o compiacenze. Il mercato dei dati “rubati” rischia di divenire un nuovo campo di battaglia, come il petrolio.