Una carissima amica ha avuto il dono di sposare un brillante manager che ha trovato lavoro prima a Dubai e poi a Singapore. Con le cinque figlie hanno quindi percorso regolarmente grandi distanze tra il paese d’origine in provincia di Varese e il luogo di lavoro. Paesi lontani geograficamente e culturalmente. Nella nostra immaginazione Paesi dove i cristiani sono marginali: ma non è così. Raggiunta l’indipendenza nel 1971, oggi gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei paesi più moderni, tecnologici e ricchi del mondo. Il 90 % della popolazione – di poco inferiore ai 10 milioni – è composta da migranti, che garantiscono la necessaria forza lavoro – purtroppo a basso costo e con garanzie civili precarie – della fiorente economia. All’inizio dell’anno ho saputo che Silvia e Roberto da Singapore sarebbero andati a New York. Grande eccitazione e preoccupazione, perché la Grande Mela attrae e intimorisce. Tanti progetti. Poi la notizia: trasferimento ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati! Qualche rimpianto, superato subito dalla certezza di ritrovare grandi amici e una chiesa viva e sorprendentemente gioiosa.
I cristiani che sono centinaia di migliaia, provenienti soprattutto da Asia e Africa. La chiesa, pur limitata all’interno delle proprie strutture e impedita nelle attività di “proselitismo”, può vivere la liturgia in pienezza, come luogo della memoria viva e presente del suo Salvatore. La catechesi di bambini ed adulti permette di capire come la “fede riempie e investe la vita”. Nella sola parrocchia di Dubai, 10.000 bambini – non è un errore di battitura, veramente diecimila – si stanno preparando alla prima comunione e alla cresima. Poi la carissima comboniana Suor Rachele, alla prese con le migliaia di catecumeni nella vicina Dubai.
Infine il vescovo Paolo Martinelli, cappuccino milanese. Da due anni vicario apostolico dell’Arabia meridionale, ha recentemente testimoniato che la missione cristiana permette, a chi la vive con passione e disponibilità di scoprire sempre cose nuove. Attraversando, nei suoi viaggi, il deserto, si è accorto che non è statico, anzi è sempre diverso: la sua sabbia è continuamente modellata dai venti in nuove e affascinanti forme.
“Nella Bibbia, Dio si fa conoscere nel deserto e, come il deserto, si presenta sempre diverso: rimane Mistero. Dio non lo puoi mai possedere, lo puoi solo seguire: e il deserto è pieno di vita!”