La violenza dei giovani e tra i giovani è argomento che spesso lascia perplessi e si presta ad essere facilmente liquidato: riguarda quei “bravi ragazzi” che potrebbero essere figli o nipoti o vicini di casa… dai quali ci aspetteremmo mai un gesto violento o di vandalismo eppure…Sebbene i rapporti in merito alla violenza dei minori diano dati incoraggianti, c’è un aumento di reati che i giovani commettono in gruppo.

Non un gruppo organizzato, che si raccoglie con chiari intenti criminali o criminosi ma un gruppo che, non sapendo come passare il tempo, mette in atto comportamenti devianti e insensati. C’è poi il fronte di chi ha comportamenti violenti a danno di un “rivale”, un ipotetico nemico a cui farla pagare per ragioni varie.

Una parola la meritano gli spettatori, giovani o meno giovani, che rimangono a guardare, non prendono le parti di uno o dell’altro, che non intervengono, perché sentono di non essere coinvolti in quello che succede, come se “non fosse cosa loro”. Eppure ciò che riguarda i giovani è cosa di tutti, e non solo perché i nostri ragazzi potrebbero trovarsi nel ruolo di vittima, di vandalo o di spettatore, ma perché i danni, materiali e morali di quello che accade o che commettono, va a nuocere chiunque.

Quindi, agire secondo quali direttive? Le criticità che gli studiosi mettono in risalto è la mancanza di alternative extra scolastiche, a cui aggiungo anche quelle extra sportive. Mancano luoghi di ritrovo per impegnarsi in attività culturali, sociali, che aiutano a sviluppare un pensiero critico, che permettano l’emersione di quell’empatia, di quel senso dell’altro che ha valore e che va rispettato. Mancano gli spazi per una socializzazione divertente, leggera, pronta a costruire e non a distruggere, pronta ad impegnarsi per il bene di tutti e non contro qualcuno o qualcosa.

Mancano le possibilità, per chi ha commesso dei reati, di riparare al danno e non esclusivamente dal punto di vista materiale. I giovani vanno educati ad un pensiero critico, e per questo bisogna parlare con loro e ascoltarli altrimenti al pensiero critico si frappone noia e analfabetismo emotivo.

Non solo, se di fronte ad eventi e comportamenti devianti si reagisce come i genitori “spazzaneve” che fanno di tutto per appianare ogni tipo di ostacolo o minimizziamo le conseguenze di ciò che accade o limitano l’azione riparatoria al solo pagamento dei danni, si continuerà a lasciare questi ragazzi nella solitudine più profonda, continuando ad ignorarli.