E ci risiamo! Tutti a scuola! Autobus, motociclette, biciclette, automobili e pedoni son tornati a far vibrare le strade cittadine. Lunedì è iniziato il nuovo anno scolastico e la città ha ripreso il tran-tran che l’accompagnerà fino a giugno del prossimo anno.
La canicola estiva nelle ore dopo mezzogiorno, sta lasciando lo spazio a temperature più fresche, soprattutto al mattino presto, quando è ancora piacevole fare la corsetta spremi-pancia. Ad onta del detto per cui “il mattino ha l’oro in bocca”, posso dire che il mattino mi coglie sempre meno preparato all’atto della vestizione. Dopo le abluzioni, che tuttalpiù mi regolano la percezione della temperatura sull’acquedotto, subito dopo inizio con il vestirmi troppo: dapprima una maglietta di cotone sotto la camicia, poi un golfino perché già immagino (senza ancora aver messo il becco fuori casa) che faccia freddo. Poi vuoi mica andare a lavorare senza la giacchetta? Essendo calvo ho paura di raffreddarmi la testa e mi ci metto pure il cappello. Quindi faccio le scale ma al quinto gradino, già solo quel movimento, mi crea una prima vampata di caldo.
Nella mia totale distopia mattutina, distolgo lo sguardo dalla Penny-cane che mi aspetta davanti alla ciotola per osservare il formarsi sulla mia pelle di tante micro goccioline di sudore… Mi sono vestito troppo! Torno su, mi levo tutto e ricomincio. Non metto la maglietta di cotone sulla pelle e indosso direttamente la camicia, da vero guappo. Non metto il golfino e vado direttamente sulla giacchetta leggera. Però noto ora che le bretelle blu e nere non c’entrano per nulla con la camicia arancione. La cambio con una grigina, ma non riesco più a piegarla decentemente. Intanto la sedia della camera da letto si riempe di vestiti buttati lì e che oggi non mi serviranno. Altro dramma sono i calzini, che dallo scorso mese di maggio non ho più indossato. Dove saranno?
Ovviamente ne trovo di quelli alti fino al ginocchio, tristemente invernali… Ovviamente mentre faccio queste azioni mi si sgancia la pinza della bretella posteriore e inizio ad armeggiare sotto la giacca per ricondurla a continuare nella sua funzione. Guardo l’ora e mi resta poco tempo.
Sono in affanno, ridiscendo le scale, le risalgo perché ho dimenticato portafogli e cellulare. Cerco la chiave, che se – accidenti – mi ricordassi di metterle nel portachiavi a muro la sera prima! Inizio a odiare la mia indolenza serale, la mia sciatteria disordinata. Ne approfitto per gridare ad Alexa di leggermi le news; prontamente agisce e altrettanto velocemente ho le prime informazioni della giornata da un notiziario tv; mi perdo i servizi filmati (d’altra parte, come li puoi vedere se “ascolti” una radio). Mi preparo il prezioso caffè della mattina, il primo, solitamente quello che ti mette in riga con la giornata che ti attende; peccato che sia tiepido perché la tazzina era fredda.
Appuntamento leggermente mancato. Do da mangiare al cane che, non so perché, ma oggi protesta, corro ad aprire e a dar da mangiare e bere al pollame, il gallo, anche lui oggi protesta e mi becca. Mi rendo conto che ho freddo ma non ho più tempo.
Prendo il cappello e la borsa, apro il cancello, stacco cinque pomodorini che mi metto in tasca e che mangerò lungo il corto viaggio, chiudo il cancello, salgo in auto, parto, accendo la radio che, anche lei stamattina protesta perché il giornale-radio sballa tra tra i canali di Milano e quello di Torino. Non capisco un accidente! Il sindaco di Torino ha visitato il Duomo di Milano e quello di Milano è andato a inaugurare il Lingotto. Arrivo alla rotonda per entrare in Ivrea e il traffico e semiparalizzato.
E ci risiamo! Tutti a scuola!