A volte pensiamo che certi giorni sarebbe meglio non fossero esistiti… Sarà così, però ci sono stati dei giorni che, volenti o nolenti, non sono esistiti per davvero e sappiamo che uno di essi fu il 13 ottobre del 1582. Infatti non è esistito: nessuno è nato, nessuno è morto, non ci sono state battaglie o tragedie. Non sono state fatte scoperte o invenzioni; non solo nulla da ricordare, ma quello sarebbe stato davvero un giorno tranquillo, se almeno fosse esistito! E non è neppure l’unico, perché ci sono altri giorni che non esistono, “cancellati” prima ancora di iniziare dall’introduzione del calendario gregoriano.

Il calendario gregoriano è il calendario solare ufficiale di quasi tutti i Paesi del mondo. Prende il nome dal papa Gregorio XIII, che lo introdusse il 4 ottobre 1582 con la bolla papale Inter gravissimas, promulgata a Villa Mondragone presso Monte Porzio Catone. Aveva mandato in pensione – dopo un onorato servizio durato oltre 16 secoli, dal 46 a.C. al 1582 – quello precedente, detto “Giuliano” perché promulgato da Giulio Cesare nella sua qualità di “pontefice massimo”.

Il guaio del vecchio calendario Romano, per quanto sostanzialmente accuratissimo in base alle conoscenze dell’epoca, era che nel suo calcolo dell’anno solare accumulava un piccolo ritardo (una manciata di minuti appena) rispetto all’effettiva durata dell’anno astronomico (ossia il tempo impiegato dalla terra per fare un giro intero intorno al sole, che è per la precisione di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi). Minuzie si dirà, che sommate facevano un ritardo di un giorno ogni 128 anni, e via andare. E così, per riallineare il calendario alle stagioni, si decise di cancellare d’emblèe ben 11 giorni di quel fatidico 1582: quell’anno si andò a letto la sera di giovedì 4 ottobre (giuliano) e ci si risvegliò la mattina dopo che era venerdì 15 ottobre (gregoriano)!

Tornando ai 13 ottobre normalmente esistiti, la notizia più singolare (per quanto ha modificato il nostro modo di bere: destino originale per un intruglio nato originariamente come rimedio per il mal di testa) è che proprio in questo giorno del 1886 il farmacista statunitense John Stith Pemberton ufficializzò l’invenzione della Coca Cola.

Pemberton nacque l’8 luglio 1831 a Knoxville, in Georgia, e trascorse gran parte della sua infanzia a Roma, (non la nostra, ma quella americana, sempre situata in Georgia). I Pemberton erano di stirpe inglese in quanto l’antenato paterno Phineas Pemberton e la sua famiglia dal Lancashire si spostarono nel Nuovo Mondo intorno al 1682, da Liverpool alla provincia del Maryland. Nel 1850, all’età di 19 anni, il nostro conseguì la laurea in medicina ma il suo talento principale era la chimica. Dopo aver inizialmente praticato medicina e chirurgia, Pemberton aprì un drugstore a Columbus. Ma vediamo come tirò fuori la Coca Cola: durante la guerra civile americana prestò servizio nel terzo battaglione di cavalleria della Georgia State Guard dell’esercito confederato diventando tenente colonnello.

Ferito da una sciabolata al petto nella battaglia di Colombo, per il dolore ben presto divenne dipendente dalla morfina usata per alleviare la sua sofferenza. Alla ricerca di una cura per la sua dipendenza, iniziò a sperimentare antidolorifici che sarebbero serviti come alternative prive di morfina e sperimentò miscugli con coca e vini di coca, creando infine una ricetta che conteneva estratti di noce di cola e damiana, che chiamò Pemberton’s French Wine Coca.

Successivamente la legge sull’alcool divenne più restrittiva e così, mescolando accidentalmente lo sciroppo di base con acqua gassata, Pemberton produsse un’alternativa analcolica vendendola non più come medicinale ma come bevanda. Aveva cambiato il mondo 136 anni fa!