Il mondo ormai è ultraveloce, come la fibra! E che mondo! Insomma, per non prendermi indietro, ho fatto un acquisto del tipo “visto e piaciuto”, tra privato e privato: mi sono comprato un poltrona “chesterfield” di seconda mano! Sul mercatino ospitato in una nota piattaforma social, dopo mesi di ricerca la vedo! È lei, non può scapparmi! Contatto il venditore, tiro sul prezzo ma niente da fare… comunque è un prezzo accettabile e alla fine accetto.
La poltrona si trova al 5° piano di un condominio a Beinasco! Dov’è Beinasco? Per me, che al di là della Dora e dell’Orco mi perdo come nella Terra di Mezzo, c’è bisogno di una cartina.

Scambiati i numeri di telefono, il venditore mi dice che ha ricevuto una raffica di offerte e vuole sincerarsi che io effettui l’acquisto. Gli dico di si, certo. Vorrebbe che andassi la sera stessa, io gli rispondo che devo organizzarmi. Gli chiedo le misure e gli prometto sulla testa del mio gatto (che non ho…) che all’indomani mattina alle 9 sarò al suo domicilio. Vado a simulare il carico sulla mia auto, niente da fare: non c’è speranza che un oggetto di quelle dimensioni entri nel portello posteriore del baule. Allora, in così poco tempo, non mi resta che chiedere ad un’amica se mi può prestare la sua auto, notoriamente più grande: lei, gentilissima, oltre a prestarmela si offre di venirmi ad aiutare.

Partiamo alle 8 di sabato parlando del più e del meno. Arriviamo sul posto, concludiamo l’affare in 45 secondi circa, poi ci troviamo sul pianerottolo del 5° piano con la poltrona, che… sull’ascensore non entra. L’amica si offre di aiutarmi e in una decina di minuti riusciamo a scendere le scale per ritrovarci davanti alla sua auto in strada con la poltrona. In effetti a guardarla così è proprio grossa.

Inizia un’ora e un quarto di manovre acrobatiche. Entra e poi si incastra contro il sedile ribaltato. Osserviamo sconsolati. Dal portellone aperto esce fuori la metà esatta della poltrona. Lei telefona al marito al lavoro, il quale la prima cosa che mormora in viva voce è: “Non entra!”. “Per soli 3 centimetri” tento di giustificarmi. Lui ha il furgone. Il problema è che chiuderà la sua attività non prima delle 13. Provo a contattare un altro amico furgo-munito!

Risponde subito ma sta andando ad un funerale. A quel punto aspettiamo il soccorso del marito della mia amica, la quale, avendo in programma diverse faccende mattutine, vedo che sta iniziando a “fumare” (e non parlo di sigarette).

Cercando di fare il brillante, la invito a perlustrare l’isolato, finché troviamo un parco giochi con un po’ d’ombra e dei tavoli di legno. Spostiamo l’ibrido davanti ad una panetteria con i clienti che osservano incuriositi. Ci sistemiamo sul tavolino mentre le mamme portano i bambini sullo scivolo e guardano tutti lo strano veicolo.

Vedo un tabaccaio e allora vado a comprare un pacchetto di carte da gioco da briscola. Iniziamo una singolar tenzone per far passare il tempo. Poi iniziano i primi crampi della fame e allora in panetteria trovo delle pizze secche e delle tegole valdostane (a Beinasco). Ha pure l’acqua minerale gassata fredda. Possiamo farcela anche per l’ora di pranzo, tenendo sempre sott’occhio l’auto aperta. Verso le 14 finiamo di caricare la poltrona sul furgone del marito e in poco tempo siamo tornati tutti da dove eravamo partiti.

Quei maledetti 3 centimetri che hanno fatto la differenza! Tutto è comunque finito bene, fatto salvo che i due amici mi hanno dato il “Daspo” sugli acquisti voluminosi on line (soprattutto fatti di sabato).