Mi sono trovato negli ultimi giorni ad accompagnare un gruppo di gitanti che in autopullman hanno visitato alcuni luoghi dell’Istria. In realtà coadiuvavo una persona ben più esperta di me sui fatti dell’esodo istriano conseguenti la seconda guerra mondiale, con la perdita dell’Istria e della Dalmazia a favore della Jugoslavia di Tito.

Mi sono subito distinto al castello di Tersatto, straordinario luogo di osservazione di Fiume (oggi Rijeka): confidando nel mio innato senso dell’orientamento ho fatto fare un giro lunghissimo ai gitanti invece di prendere la strada più comoda, peraltro ben segnalata. Conseguentemente esautorato di lì in poi da ogni potere decisionale, mi sono limitato a brevi compiti di divulgazione storica a Pola e a Parenzo, tramite il microfono dell’autopullman.

Dopo aver mancato la Messa in italiano a San Vito in Fiume, a Lovran, bellissimo luogo di alloggio, decidiamo di andare ad un’altra Messa. Nessuno del gruppo comprende una mezza parola di croato, ma i canti sono belli e i gesti liturgici identici. In quella chiesa di paese affacciata sul golfo del Quarnaro ci sono tanti giovani, tante famiglie con i piccoli che giocano tra i banchi, c’è un clima da comunità familiare che si coglie dai gesti, dai sorrisi, che caratterizzano un rito gentile.

Il tempo splendido contraddistingue le nostre ore mentre le notizie da casa parlano di piovaschi improvvisi e ormai noiosi.

Sempre via telefono mi arriva il più totale disappunto della Penny-Cane, lasciata alle cure dei vicini sempre disponibili. Ho come l’impressione che me la farà pagare questa storia dell’averla lasciata a casa…