(Marco Notario)
SAN BENIGNO – In questi giorni molti Comuni basso-canavesani (per esempio Agliè, Cuceglio, Lusigliè, Ciconio…) stanno celebrando con manifestazioni di vario genere il millennio della loro “esistenza”, riferendosi a un diploma di Ottone Guglielmo conte di Ivrea e conte di Borgogna.
La data del documento – firmato a Port-sur-Saône, in Borgogna – è infatti quella del 28 ottobre 1019, esattamente mille anni fa. Diciamo solo che la donazione dei luoghi che citeremo viene fatta in favore dell’Abbazia di Fruttuaria e che Ottone Guglielmo era parente (“affinitate propinquus”) di Guglielmo da Volpiano, fondatore della stessa Fruttuaria; rinviamo invece ad altri momenti e ad altri competenti studiosi tutti gli aspetti relativi alla figura di questo personaggio e alle motivazioni politiche, economiche e religiose della donazione.
Qui sotto proponiamo la traduzione integrale del testo, indicando tra le parentesi le odierne località secondo l’interpretazione presente nel libro su Fruttuaria a firma di monsignor Pier Giorgio Debernardi e del professor Stefano Benedetto.
Buon compleanno quindi a tutti i Comuni citati nel documento, per la maggior parte dei quali esso costituisce la prima attestazione – o per lo meno la prima menzione esplicita – della loro esistenza.
“…io conte Ottone, detto Guglielmo,
lascio in dono per la salvezza della mia anima, di quella di mia moglie, dei miei figli e figlie e pure dei miei genitori,
ciò che a me spetta per diritto di proprietà – sia per successione, sia per donazione, sia per scrittura legale – fra le Alpes Pinninarum (Alpi Pennine), il fiume Padum (Po) e il fiume Duriae Bauticae (Dora Baltea), che scorre presso la città di Euoreia (Ivrea),
al monastero di Fruttuaria, costruito in onore di santa Maria Madre di Dio e dei santi martiri Benigno e Tiburzio, per il mantenimento dei monaci ivi votati al servizio di Dio.
Dono pertanto a loro ciò che è compreso fra i confini citati: cioè la corte di Orgy (Orio), il villaggio che è detto Sanctum Georgium (San Giorgio) con tutte le proprietà inerenti, così come i villaggi Caucele (Cuceglio), Macuniacum (Macugnano = in Agliè), Cicumnum (Ciconio), Lusiniacum (Lusigliè), Curtem Regis (Cortereggio). E la selva denominata Fullicia (Foglizzo) e il fiume Orgium (Orco) con i terreni irrigui e i suoi castelli posti sulle sue sponde, cioè Felectum (Feletto) e Caprarium (insediamento in Bosconero) e il villaggio di Vigilulfum (primo insediamento di San Benigno) e la selva Gerulfia, nella quale si trova il monastero, con tutte le loro pertinenze. E anche i villaggi di Narzetum (?) e Leurosum (?) con i boschi Betolledum (?), Torfa (forse in Leinì) e Campilulfia (forse in Brandizzo) con tutto ciò che vi appartiene. E la valle detta di Cliuus (Chy, attuale Valchiusella) con i castelli e le proprietà inerenti; e la metà di Clauaseium (Chivasso) con Castello Castaneo ultra Padum (Castagneto Po) con tutto ciò che vi appartiene. E la selva detta Valda (Vauda) con il Castellum Longobardorum (Lombardore) e la selva Vulpiana (Volpiano) con tutto ciò che vi appartiene e con il fiume Amalone (Malone) e tutti i suoi terreni irrigui e tutto ciò che è incluso in questi confini.
Voglio che questa mia donazione sia durevole… Io conte Octo Vuillelmus (Ottone Guglielmo)…
Questo documento è stato redatto nel villaggio della Burgundia (Borgogna) di Portus (Port-sur-Saône), nell’anno millesimo nonodecimo (1019) dell’Incarnazione del Signore, indizione seconda, imperante Enrico Augusto (sotto l’impero di Enrico II), quinto kalendas nouembris (28 ottobre).
Io Fulchradus Notarius (notaio Fulcardo) ho autenticato (con firma del suddetto notaio).