A proposito di ritorni, ecco Il gladiatore 2, sempre firmato Ridley Scott, che riappare con nuove gesta epiche e passo cadenzato.
Ma sono passati più di vent’anni, non c’è Russel Crowe, l’Impero Romano è stanco e forse anche gli spettatori… però la polvere del Colosseo possiede sempre il suo fascino.
Roma, II secolo d.C.: la città eterna è governata dai fratelli Geta e Caracalla, tiranni corrotti e capricciosi; ma ecco che dall’Africa settentrionale giunge un carico di schiavi con un misterioso prigioniero di guerra, Annone, che si distingue subito per il coraggio e la capacità nella lotta. Così il consigliere dell’impero Macrino (Denzel Washington), astuto e ambizioso, lo destina ai giochi dei gladiatori: l’uomo prigioniero però non pensa alla propria libertà, ma alla sua amata sposa che è morta a causa del generale Acacio.
Chi è veramente Annone? Si tratta, come scopriamo più tardi, di Lucio Vero, figlio segreto della nobile Lucilla e del celebre Massimo Decimo Meridio, il famoso protagonista della scorsa pellicola. E, proprio per accrescere la nostalgia, ogni tanto traspaiono le note della colonna sonora del precedente “gladiatore”. Gli ambienti e le scene d’esterno non sono più i territori della Val d’Orcia in Toscana, bensì le strade del Marocco e di Malta. Scott ha utilizzato maggiormente il computer e gli effetti speciali dell’intelligenza artificiale: contro gli uomini, nell’arena lottano babbuini, tigri e addirittura squali (una scelta eccessiva, sicuramente).
L’attore protagonista Paul Mescal, merita un discorso a sé: legato fino a poco tempo fa al cinema indipendente, oggi è una delle figure più richieste nell’olimpo holliwoodiano. Ovviamente c’è chi si diletta a ricercare gli errori storici della pellicola, nulla di eclatante come l’orologio da polso di Ben Hur, ma forse vige un generale senso di indeterminatezza… come nell’epoca attuale in cui viviamo.
Il Gladiatore IIdi Ridley Scott
paese: Usa, Regno Unito,ì 2024
genere: storico
interpreti: Paul Mescal, Pedro Pascal,
Connie Nielsen, Denzel Washington,
Tim McInnerny, Derek Jacobi
durata: 2 ore e 28 minuti
giudizio CEI: complesso, problematico