La battaglia volgeva a favore degli Inglesi, che si apprestavano a sbarcare per assaltare la città e il forte di Castellammare. Il vascello spagnolo si stava ritirando mentre la popolazione, terrorizzata, fuggiva dalla città bombardata dalle artiglierie delle 5 navi britanniche, che già avevano calato le scialuppe cariche di soldati, pronti all’invasione.
Il popolo iniziò, prima con il cuore, poi anche a gran voce, ad implorare la Madonna che li aveva liberati dai pirati turchi, che aveva fermato le pestilenze, che in molti modi aveva protetto i pescatori, che aveva sostenuto i Normanni nella riconquista dell’isola. Improvvisamente dal monte Inici scaturì una grande luce. Una donna splendente su un destriero bianco, con una mazza in mano, attorniata da un’armata di angeli apparve terrorizzando gli invasori. Ancora una volta Maria era stata la Salvatrice, era venuta in soccorso dei castellammaresi. Da quel 13 luglio 1718, nella cittadina dove “mare e cielo sono d’incanto”, si venera la Madonna di l’Assiccursu (Madonna del Soccorso).
Come tradizione e come tante altre concittadine di Castellammare del Golfo, Maria fu chiamata anche Salvatrice, per onorare la patrona. La figlia, insegnante a Milano, le aveva fatto conoscere la storia della Madonna di Oropa e Maria era rimasta colpita dalla opera collettiva dei devoti della Madonna di Biella per i 500 anni della incoronazione della Vergine: un manto di 25 metri realizzato con 15mila pezzetti di stoffa da tutti i paesi del mondo.
Maria si era ricordata la preghiera Salve Regina che aveva imparato sin da bambina: “Che beddu stu mantu, è granni quantu un mari, n’aviti a riparari, Matri di carità”. Di qui l’idea: anche la Madonna del Soccorso deve avere un manto! Tutta la cittadina si mobilita con lei. 1.500 tessere di stoffa provenienti da vestiti significativi delle persone o dei propri cari, hanno costituito la trama di tessuti che avvolgono Maria nella navata di sinistra del santuario della chiesa madre Maria Santissima del Soccorso.
Due anni di tempo, più di mille ore di lavoro di 10 esperte sarte, l’incessante preghiera delle Clarisse di Alcamo. Trama di vite, di preghiere, di sofferenze, di dolore, di malattie e di affidamento. Trama di gratitudine, di speranza e soprattutto di unità del popolo. Un dono a Maria per essere abbracciati e avvolti dal Suo manto.
“Evviva Maria e chi la creò
E senza Maria sarvari un si pò.”