VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Così fu detto agli antichi; ma io vi dico…

(diacono Marco Florio)

Questo passo del Vangelo secondo Matteo è diviso in quattro parti, ciascuna delle quali all’inizio è presentata con lo stesso schema: “Avete inteso che è stato detto… Ma io vi dico“. Queste sono tradizionalmente chiamate “antitesi”, che significa “contrasti” o “opposti”.

Queste antitesi vanno comprese insieme a ciò ciò che precedentemente Gesù ha detto: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. Si può dire che le antitesi hanno lo scopo di illustrare in che cosa consista questo adempimento.

Tutto è legato al Vangelo della scorsa domenica: ”Voi siete la luce del mondo”. Come essere luce? Qual è il ruolo del cristiano nel mondo? Nella prima antitesi Gesù dice: ”Avete inteso che fu detto agli antichi: non ucciderai…. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, dovrà essere sottoposto al giudizio” (Mt 5,21-22). In queste parole Gesù mette a nudo la radice di ogni violenza: l’odio. L’odio che fa costruire e poi prendere e usare le armi. Non sono le armi che uccidono, ma è l’uomo che uccide con le armi. È l’uomo che invece di aprirsi all’altro, pieno dell’amore di Dio, si chiude nell’odio, nel rancore, nell’indifferenza che porta a pensare che “l’altro può anche morire: non è affar mio!”.

Gesù ci chiede di amare senza riserve, di essere costruttori di pace.

Nella seconda antitesi Gesù dice: ”Se dunque tu presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”. Con questa frase Gesù ci chiede di riconciliarci con il nostro fratello, specialmente quando ci accostiamo a Dio. Se portiamo rancore verso il nostro fratello e vogliamo accostarci a Dio, noi non saremo in comunione con Dio. Ci viene chiesta coerenza. Se siamo cristiani dobbiamo saperci riconciliare, perché ogni comunione con Cristo deve accompagnarsi sempre con quella col prossimo.

Con la terza e la quarta antitesi Gesù fissa lo sguardo sulla famiglia, perché un vero credente vive subito nella sua famiglia la novità della sua fede. Le parole di Gesù sono: “Avete inteso che fu detto: non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. (Mt 5, 27-28).

Da queste parole appare chiaramente l’importanza che Dio dà alla famiglia. Se le famiglie sono malate, anche la società è malata. Se le famiglie fossero nella pace, tutta la società sarebbe nella pace. È in famiglia che si impara ad amare e, purtroppo anche a odiare. Gesù maestro ci dice che per dare pieno compimento alla legge dobbiamo imparare a fidarci di Lui, confidando nella sua Parola che è Amore.

Tutti noi siamo peccatori, ma tutti abbiamo la possibilità di convertire la nostra vita pentendoci delle nostre colpe per entrare in comunione con Dio e il nostro prossimo.

Mt 5,17-37 (forma breve 5, 20-22a.27-28.33-34a.37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».