XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo

(Le Suore di Maria Stella del Mattino)

Siamo tutti un po’ farisei e un po’ pubblicani. Il fariseo paragona, e dimentica di guardare a Dio, guarda se stesso, si paragona con gli altri. Gesù aspetta che siamo soli con lui, a tu per tu, e se ci paragoniamo, guardiamo gli altri, non siamo soli con lui. Gesù solo ci interessa, non il posto che abbiamo. Questo fariseo perde il suo tempo, è troppo con se stesso, e non incontra veramente il Signore che lo sta aspettando. Gesù ci sta sempre aspettando. È un incontro forte, profondo, un cuore a cuore nella preghiera, nell’adorazione. Un incontro amicale senza maschera, possiamo essere noi stessi, non abbiamo bisogno di nasconderci dietro un ruolo.

Il pubblicano è se stesso, non nasconde la sua povertà, le sue fragilità e questa verità gli permette di incontrare Gesù. Grazie alla sua umiltà incontra il Signore che si è fatto povero e umile, servitore di tutti. Dobbiamo avere il coraggio di essere in verità davanti a Gesù, il che significa fare morire il fariseo che è in noi, essere umili, piccoli, per potere ricevere tutto dal Padre.

Dimenticare noi stessi. L’importante per il pubblicano è Dio, il suo legame con il Padre nell’adorazione, e fa questo incontro vero con Lui, riceve la Misericordia di Gesù ed è trasformato. Dio lo esalta, vuol dire che lo prende vicino a sé, come l’apostolo San Giovanni all’ultima cena, sul suo petto, Quando abbiamo la forza di essere piccoli e poveri, Dio può dare tanto, quando apriamo la porta, il Signore entra, e illumina la nostra vita.

Ogni giorno, facciamo quest’incontro con Dio, che ci aspetta, ci guarda attraverso tutta la nostra giornata. Facciamo la scelta di dare un po’ di tempo al nostro Signore, di leggere la sua Parola che è come una lettera di amore mandata a ciascuno di noi, di incontrarlo nella preghiera, nel silenzio del nostro cuore, in verità, per rinascere dall’alto, essere sempre più figli della luce, i suoi figli prediletti.

(Lc 18,9-14) In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».