Come nei giorni scorsi, anche nel marzo 2023 il vento sconvolse il Canavese: alberi abbattuti, abitazioni scoperchiate e linee elettriche e telefoniche messe a dura prova dall’insolita forza del vento. A ricordo della calamità ignoti patrioti hanno affisso un cartello “ad memoriam” che recita “È già un anno” al palo inclinato della linea aerea sulla Provinciale 79 in Via Azeglio.
Un monito a smetterla di innalzare pali al vento? Un appello ad un concetto in via di estinzione che si chiama manutenzione? Cos’è la manutenzione? Tenere una mano? No, secondo l’enciclopedia on line Treccani la manutenzione è essenzialmente… un problema: “Il problema della m. nelle realizzazioni dell’ingegneria è di primaria importanza sia nella fase di progettazione sia nella fase di esercizio.
La necessità della m. deriva da diverse cause che, in ordine di importanza, sono: motivi di sicurezza, allorquando un cattivo funzionamento o un guasto possono mettere in pericolo l’incolumità di persone; importanza di mantenere un servizio (di comunicazione, di trasporti, di energia elettrica ecc.) o un ciclo di produzione; desiderio di mantenere in buono stato di conservazione talune parti di una costruzione (finiture di una casa, di un’automobile ecc.). È praticamente impossibile formulare una classificazione dei tipi di m., dipendendo questi dal genere della costruzione, dei materiali impiegati, dal modo di funzionamento ecc.
Si può, in generale, suddividere la m. in ordinaria e straordinaria: è ordinaria o preventiva la m. effettuata periodicamente, a intervalli prestabiliti di tempo o dopo una assegnata durata di funzionamento (per es., sostituzione a scadenze fisse di lubrificanti e di certe parti di macchinari; rifacimento periodico di un manto stradale; controllo delle coperture di un edificio ecc.); è straordinaria o correttiva la m. effettuata a seguito di eventi non prevedibili o eccezionali (inondazioni, rottura di parti difettose ecc.).
La m. ordinaria di un’apparecchiatura deve essere limitata a quel componente o a quei componenti, la cui vita media è sensibilmente minore della vita del prodotto stesso, e ciò perché il costo della m. è inferiore al danno causato dalla rottura del componente e dalla successiva riparazione.
Durante l’esercizio di un impianto o di un macchinario può accadere che il progresso tecnico renda economicamente superato l’impianto o il macchinario stesso per il loro eccessivo costo di m.; per tal motivo si procede quindi al rifacimento dell’impianto e all’acquisto di nuove macchine anche quando le vecchie siano ancora tecnicamente valide”.
Ultim’ora: il vento di martedì 16 aprile ha sradicato il cartello dal palo…