Mercoledì 31 maggio, a conclusione del Mese Mariano, come suggerito dalla Conferenza Episcopale Italiana anche nei santuari della nostra diocesi dedicati alla Vergine si è tenuta una liturgia di pre[1]ghiera con una speciale intenzione per la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Il Vescovo monsignor Edoardo Cerrato ha guidato la liturgia eucaristica nel santuario eporediese del Monte Stella: riportiamo qui di seguito la sua introduzione al significativo momento di preghiera.
Siamo in comunione con i nostri Fratelli e Sorelle che in altre zone della Diocesi sono raccolti a pregare: a Ozegna, nel Santuario di Nostra Signora del Bosco; a Verolengo, nel Santuario della Madonnina; a Pont Canavese, nel Santuario di Santa Maria di Doblazio.
Una comunione di cuori e di voci che chiedono grazia a Dio unendosi al Cuore Immacolato di Maria!
Celebrata domenica la solennità di Pentecoste, la Liturgia ci ha proposto, lunedì, la memoria di Maria Madre della Chiesa, e oggi è la festa di Maria che cammina all’incontro con Elisabetta portando nel Suo grembo il Figlio di Dio fatto Uomo.
La vita cristiana è camminare con Lui.
La prima e fondamentale sinodalità (“camminare insieme”) è camminare con Cristo: non in astratto, prendendo spunto da qualche valore contenuto qua e là nei suoi discorsi, ma camminare con Lui dicendoGli “Tu”, come si fa con Uno che è qui con noi…
E dirgli “Tu” significa fare esperienza di Lui nei Sacramenti, nella preghiera di ogni giorno, nella lettura e meditazione della Sua Parola, nella costruzione di rapporti veri con quelli che fanno parte della nostra comunità, nell’annunciare Lui a quelli che non lo conoscono o non lo conoscono a sufficienza, nel pensare come pensa Lui sulle questioni della vita e quindi nel conoscere, anche alla luce del Catechismo, ciò che Lui ci dice, senza adattare ai soggettivistici criteri il Suo insegnamento…
Di qui ha origine la sinodalità con i fratelli e le sorelle.
Non possiamo però dimenticare che il “cammino insieme” spesso è rallentato – talora persino impedito – dal nostro orgoglio che ci rende ipersensibili e suscettibili; dal nostro desiderio di primeggiare, di avere il sopravvento sugli altri; dal nostro egoismo e dalla mancanza di vera umiltà; dall’abitudine di parlare sparlando anziché di ascoltare l’altro, anche su ciò che non ci piace e su cui non ci troviamo d’accordo…
Il cammino sinodale implica la nostra conversione.
Si fa a partire dal cambiamento del nostro cuore. Sono stato invitato ieri pomeriggio e questa mattina a Milano (martedì e mercoledì della settimana scorsa, ndr), a partecipare ai festeggiamenti del 125° della canonizzazione di Sant’Antonio Maria Zaccaria, splendida figura di cristiano laico e poi prete vissuto nell’epoca che preparò il Concilio Tridentino, l’epoca in cui la Riforma Cattolica, senza attendere Decreti e Documenti, iniziò – come fu per san Filippo Neri e per tanti altri – dalla riforma di se stessi messa in atto da uomini e donne che si resero conto che, prima di riformare il corpo della Chiesa, occorreva riformare se stessi…
“Riformarsi per riformare: il vero senso della riforma si conoscerà in questo: se cercheremo il puro onore di Cristo, la pura utilità del prossimo, la pura umiltà e sacrificio per noi stessi”, diceva Sant’Antonio Maria.
Amici, guardiamo a Maria, la prima discepola del Signore…
Lo porta nel grembo, ma in realtà si lascia portare da Lui…
“Vedi” le aveva detto l’angelo e Maria andò a vedere, camminando da Nazaret a Ain Karim.
I suoi sono i passi della fede…
Da essa nasce la carità con cui Maria servì Elisabetta.
La carità nasce dal sì della fede che Maria ha pronunciato non solo a parole, ma offrendo se stessa: “Eccomi”!
† Edoardo, vescovo
Redazione Web