Sono stato al Meeting di Rimini, sia per passione sia per dovere. Infatti, il Banco Farmaceutico dove lavoro aveva una intensa presenza fatta di convegni e soprattutto di una mostra dedicata a Cicely Saunders, la madre della Medicina Palliativa, di cui avevo scritto lo scorso giugno. Nel centenario della sua nascita abbiamo voluto ricordarla con una mostra intitolata “Vegliate con me”.
L’aspetto che più mi ha meravigliato è stata la percezione, nuova, da quando sono in Italia, di sentirmi vecchio! In questi ultimi anni, In quasi tutti gli ambienti, mi sono sentito, pur entrato nella sesta decade, quasi sempre giovane. Per la prima volta, invece, ho avuto la percezione quotidiana di essere vecchio, perché ero sempre immerso in una folla di giovani e giovanissimi che riempivano le sale, i ristoranti e le mostre della fiera di Rimini.
La mostra dedicata a “Giobbe e l’enigma della sofferenza” mi è parsa il punto centrale di questa edizione. Viviamo in un’epoca storica in cui la domanda di Giobbe “C’è qualcuno che ascolta il mio grido?” domina le nostre giornate. Oggi più che mai il problema del male e della sofferenza innocente interroga l’essere umano. La risposta di Dio all’interrogativo di Giobbe è l’incarnazione. Per noi, oggi, i martiri.
Ma ecco l’insegnamento più grande. Mentre visito una mostra sul ‘68 una telefonata di lavoro mi costringe ad uscire e mi impegna per mezz’ora. Torno allo stand e mi rendo conto di aver smarrito il telefono. Ritorno sui miei passi, invano. Allora un collega chiama il mio numero: risponde subito un signore che dice di averlo trovato e mi chiede di andare all’ingresso principale. Mi affretto e trovo tre signori che, sorridendo, contenti di farmi un tale favore, mi consegnano il telefono e mi danno consigli su come evitare questi imprevisti! Dall’accento e dalla perizia penso che siano agenti di sicurezza. Mi presento e chiedo i loro nomi. “Siamo carcerati, in permesso per partecipare al Meeting. Siamo impegnati in una cooperativa che fa i dolci più buoni d’Italia. Ora dobbiamo andare ad un incontro che ci interessa molto; abbiamo poco tempo.”
La risposta di Dio al mio bisogno, come per Giobbe, non è stata una spiegazione, ma una presenza buona e imprevista.
Filippo Ciantia