Ad Inverso, “parrocchia ecologica”, la “Casa Regina del Cielo” ha ospitato dal 16 al 23 luglio un gruppo di ragazzi di età diverse, ben integrati in un rapporto reciproco di stima e amicizia.

Durante le intense giornate, i ragazzi hanno vissuto momenti di spiritualità e di riflessione: la Santa Messa di affidamento al Signore e alla Madonna all’inizio campo celebrata dal parroco di Inverso don Matteo, l’incontro formativo guidato dall’Assistente don Piero molto soddisfatto dell’attenzione e dell’interesse dei ragazzi, i momenti di verifica e confronto per camminare più spediti nell’impegno del servizio: “Io ho imparato a stare insieme alle persone anziane, ad aiutare i più piccoli e a sostenerci a vicenda”, dice Alex.

Numerose le attività, spesso mirate a una riscoperta del “passato” che hanno contraddistinto il soggiorno.

Mi sono trovata bene con tutti e mi sono divertita davvero tanto: la settimana è stata bella, interessante, ricca di sorprese e scoperte – dice Rachele -. Mi ha colpita il fatto che con solo tre ingredienti si possa riuscire a creare del sapone: il processo della solidificazione è lungo, ma l’attesa è compensata dalla soddisfazione di utilizzare un pezzo di sapone uscito dalle proprie mani”.

In effetti, l’esperienza che ha maggiormente colpito tutti è stata quella della creazione casalinga del sapone, inserita tra le attività per sensibilizzare sul corretto, intelligente e armonico rapporto col Creato, con la consapevolezza che la cura della casa comune è anche frutto di passi dal basso, nuovi stili di vita comunitari e personali che dirigano scelte e consumi verso un’ecologia della vita quotidiana.

Chiara racconta: “Qualche tempo fa, durante un incontro in parrocchia, Mariarosa ci aveva chiesto di conservare l’olio esausto, quello della cucina. Una mattina ci hanno raggiunto ad Inverso due suoi amici, Gloria e Giovanni, esperti nel tradurre nel concreto l’urgente bisogno di ‘conversione ecologica’, e ci hanno coinvolti nella preparazione. Avevamo preparato l’occorrente: secchi di plastica, guanti protettivi, mestoli di legno e un miscelatore per velocizzare l’amalgama degli ingredienti. Abbiamo versato l’acqua fredda in un secchio, abbiamo aggiunto la soda caustica a scaglie e mescolato con il ‘bastoncino’ di legno. La reazione chimica ci ha sorpreso: l’acqua da fredda è entrata in ebollizione! A questo punto abbiamo versato l’olio e frullato il tutto ottenendo un composto nastrificato al quale abbiamo aggiunto frammenti di petali di fiori profumati, soprattutto lavanda presa dal nostro giardino annesso alla Casa, prima di versarlo negli stampini ‘di fortuna’ ricavati riciclando contenitori vari”.

Della visita al museo mineralogico di Brosso ci parla Federico: “Tutti siamo stati colpiti dallo scoprire le condizioni molto difficili in cui i minatori erano costretti a lavorare: poca visibilità, molta umidità e polvere, tanta fatica fisica, lunga permanenza all’interno della galleria… E mi hanno incuriosito i ‘trucchetti’ utilizzati dai minatori e le geniali invenzioni per semplificare il lavoro: lo scivolo per portare i minerali verso il basso, la rudimentale macchina che sfruttando l’acqua accelerava la frantumazione dei minerali, il palo che all’entrata della galleria rivelava eventuali movimenti del tetto o delle pareti. Ho trovato molto interessante la visita alla casa che riproduce l’abitazione di una famiglia di minatori-contadini e anche l’ufficio dell’architetto che dirigeva i lavori delle miniere. Ho scoperto la stanza dedicata all’essicazione delle castagne dove ancora si sente il profumo dei frutti affumicati e si vede il nero del fumo sul soffitto e sulle pareti”.

Carlo invece è stato entusiasta della visita all’ovile: “La scoperta di questa attività manuale mi ha incuriosito molto – dice – e avrei voluto potermi fermare di più a parlare con Olga, che tosa le sue pecore e carda, pettina e fila la lana con gli stessi strumenti semplici che si usavano in passato”.

Siamo andati alla cascina per comprare il formaggio e mi sono ritrovato a mungere una delle mucche che vivono in quella stalla ben accudite (e credo di poter dire “amate”) dal mio coetaneo Matteo e dalla sua famiglia”, afferma con entusiasmo Francesco.

Tra le altre attività ed esperienze, il gruppo è ritornato alla cosiddetta “Casa del prete” a Gattère, dove, “oltre ai misteriosi affreschi dagli accostamenti bizzarri (immagini mitologiche accanto a simboli e ritratti cristiani) che avevo già osservato in una precedente visita, ho scoperto stavolta una meridiana che, ci dice il signor Gianni proprietario della casa, non essere citata nel libro che raccoglie tutte le meridiane della Val Chiusella”, racconta Carlotta.

Giuseppe è invece colpito dal paesaggio: “il sentiero un po’ pietroso tra i boschi, l’esteso panorama, il verde rasserenante… “

Chiara, animatrice, sottolinea il senso della settimana a Inverso: “Ho davvero apprezzato la soddisfazione che si prova nel vedere i bimbi che si divertono e trasmettono gioia. A volte bisognerebbe guardare il mondo proprio con gli occhi dei bambini, perché sono privi dei pregiudizi e dei brutti comportamenti che, purtroppo, si apprendono crescendo”.

Aggiungiamo con piacere anche la nota di una persona adulta, Sara: “Sono sempre ben accolta in questa piccola comunità presente ad Inverso, dove domina la voglia di fratellanza”.

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Redazione Web