(elisa moro) – Sotto lo sguardo della Madre, affidando l’intera comunità eporediese: martedì 15 agosto, nella Cattedrale di Ivrea, si è celebrata solennemente Maria Assunta in Cielo, patrona della città e dell’intera Diocesi, chiedendo e implorando, per le mani della Santa Vergine il dono della Pace, specialmente nella martoriata Terra Santa.

Una festa cara all’intera cristianità, escatologica, che anticipa la condizione di ogni credente, infondendo speranza e fiducia nel cammino verso la meta eterna.

La “dormitio Virginis” e l’assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane.

Fu papa Pio XII il 1° novembre del 1950, Anno Santo, a proclamare solennemente per la Chiesa cattolica come dogma di fede l’Assunzione della Vergine Maria al cielo, con la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus:

« Pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

L’orchestra d’archi del Maestro Antonio Mosca ha reso ancor più solenne la liturgia, accompagnando la Cappella Musicale diretta dalla Maestra Ausilia Fiorina e dai Maestri Alessandro Veneri all’organo e Mattia Iseppato alla tromba.

Nel corso del Vespro, il Vescovo Mons. Edoardo Aldo Cerrato, accompagnato dai Canonici, con il Parroco del Duomo, Padre Samuele Menini, dai diaconi e dai ministranti, si è recato, al momento del Magnificat, alla cappella di Maria Assunta per l’omaggio della lampada e dei fiori, segno di ringraziamento per la protezione che sempre la Santa Vergine riserva alla Città di Ivrea, come storicamente dimostra anche il dono del Cero, nel giorno dell’Epifania, da parte delle autorità civili, per le scampate epidemie e pestilenze.

La vita cristiana è una vita mistica” ha ricordato nell’omelia, (riproposta integralmente nel nostro video, insieme ad altri momenti della Liturgia) Mons. Edoardo, dove con questa espressione si vuole intendere che la carne umana è resa partecipe della vita stessa di Dio, come ricorda Sant’Atanasio: “Dio si è fatto uomo perché noi uomini diventassimo dei, cioè partecipi della vita divina” (De Incarnatione, 54).

La Solennità dell’Assunta ricorda che Dio è, citando le parole del Vescovo, “presente dentro la storia”, Egli, riprendendo le parole che Papa Benedetto XVI pronunciò nell’Anno della Fede (2012), “si interessa di noi, ci ama”, fino a far nuove tutte le cose, trasformando i dolori e le sofferenze di ogni giorno.

Accogliendo l’invito di Sua Beatitudine, il Patriarca di Gerusalemme dei latini, il Card. Pierbattista Pizzaballa, il pensiero, durante l’Omelia e l’intera celebrazione, è stato rivolto alla venerata e martoriata Terra Santa, segnata, ormai da molti mesi, quasi un anno, da un sanguinoso conflitto, che vede nella popolazione locale una situazione sempre più critica anche sul piano economico e sociale.

La diminuzione drastica di pellegrinaggi, il rischio di “museificazione” (per usare un termine proposto da San Paolo VI) di quei luoghi, le continue discordie etnico religiose, la crescente povertà dei cristiani (rimasti il 2,5% della popolazione) che vivono in quella Terra… Citando un Salmo, non bisogna dimenticare che “tutti là siamo nati” (Sal. 86).

Sicchè, a suggellare un’omelia particolarmente pervasa da accenti dolenti quanto affettuosi per la Terra in cui nacque il Salvatore, Mons. Edoardo ha voluto regalare ai presenti un’anticipazione davvero preziosa: a fine anno la Diocesi di Ivrea indirà una raccolta fondi straordinaria pro Terra Santa: sarà il nostro regalo di Natale ai nostri fratelli.

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Mons. Vescovo, dopo la professione di Fede, ha innalzato la supplica per la Pace alla Vergine Assunta, affinchè interceda presso il trono del Suo amato Figlio, in comunione con i fratelli che vivono in quella sofferta Terra, da cui l’annuncio del Vangelo è partito:

Gloriosa Madre di Dio, / innalzata al di sopra dei cori degli angeli, / prega per noi con san Michele arcangelo / e con tutte le potenze angeliche dei cieli / e con tutti i santi, / presso il tuo santissimo / diletto Figlio, Signore e maestro.

Ottieni per questa Terra Santa, / per tutti i suoi figli / e per l’umanità intera / il dono della riconciliazione e della pace.

Che si compia la tua profezia: / i superbi siano dispersi / nei pensieri del loro cuore; / i potenti siano rovesciati dai troni, / e finalmente innalzati gli umili; / siano ricolmati di beni gli affamati, / i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio / e i miti possano ricevere in dono la terra.

Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, / che oggi ti ha esaltata / al di sopra dei cori degli angeli, / ti ha incoronata con il diadema del regno, / e ti ha posta sul trono dell’eterno splendore. / A lui sia onore e gloria per i secoli eterni. Amen.

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Non ci resta che portare nel cuore e ricordare ogni giorno questa preghiera.

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