Risanare le acque del lago Sirio: è l’obiettivo dell’intervento effettuato grazie al finanziamento di 289 mila euro della Regione Piemonte, ottenuto grazie alla vittoria del bando per interventi di riqualificazione dei corpi idrici da parte dalla città di Ivrea (capofila) in partenariato con i Comuni di Chiaverano e Cascinette e la Città metropolitana di Torino – che hanno proporzionalmente contribuito, con risorse proprie, al raggiungimento della cifra complessiva di 340 mila euro.
La presentazione dell’intervento, che è stato portato a termine nello scorso autunno, si è svolta nei locali della società Canottieri Sirio e ha visto al tavolo dei relatori, introdotti dall’assessore eporediese Giuliano Balzola, il progettista idrobiologico Fabrizio Merati e l’ingegner Diego Defilippi, che ha diretto i lavori. Merati ha introdotto la questione spiegando che, in inverno, l’acqua del lago presenta una temperatura omogenea a tutte le profondità, e ciò garantisce il suo rimescolamento.
Nei mesi successivi si registra invece il fenomeno della stratificazione termica: le acque superficiali, più calde, non si mescolano con quelle più fredde e profonde; il fosforo in eccesso rimane in superficie e non viene diluito, e ciò favorisce una produzione eccessiva di alghe in superficie, da cui deriva il fenomeno dell’eutrofizzazione.
I residui algali si depositano sul fondo e liberano sostanze che consumano l’ossigeno: e nei periodi di stratificazione termica, non essendoci rimescolamento delle acque, in profondità l’ossigeno finisce con l’esaurirsi, non consentendo più lo sviluppo della vita nelle acque.
Il fosforo, in condizioni ideali, dovrebbe avere una concentrazione tra 13 e 20 mg per metro cubo: prima che si avviasse il progetto, nel lago Sirio era a quota 120 mg.
Cosa si è fatto, dunque?
È stata posata, a circa 45 metri di profondità, una condotta lunga 180 metri che, sfruttando il principio dei vasi comunicanti (senza quindi l’utilizzo di pompe, il cui costo energetico sarebbe stato insostenibile), consente di pescare l’acqua dal fondo del lago e incanalarla verso l’emissario, che la riversa nel vicino lago di Campagna dopo una diluizione tale che determina l’ottenimento del livello di fosforo desiderato.
Naturalmente l’intero processo viene monitorato, attraverso tre stazioni di rilevamento posizionate lungo l’emissario.
È toccato poi all’ingegner Defilippi, con l’ausilio di una serie di diapositive, illustrare le fasi di avanzamento dei lavori per la posa della condotta e la realizzazione delle strutture accessorie, fino alla messa in esercizio dell’impianto.
Redazione Web