Domenica 19 novembre in Cattedrale è stata celebrata la solennità della Dedicazione e il ricordo dei Santi Pastori della Diocesi.
In questa lieta occasione, il Vescovo Edoardo ha presieduto i Vespri solenni durante i quali ha accolto nel Capitolo della Cattedrale quattro nuovi Canonici: don Piero Agrano, don Enrico Chianese, don Mauro Agreste e padre Samuele Menini C.O.
Dopo la lettura breve, chiamati dal Presidente del Capitolo monsignor Giovanni Battista Giovanino, i quattro sacerdoti si sono recati davanti al Vescovo.
Nella sua introduzione al rito, monsignor Edoardo ha ricordato qual è il compito di chi è chiamato a svolgere questo servizio: “Come servi e custodi dell’azione liturgica autentica e delle tradizioni di fede che i nostri padri ci trasmisero e assolvendo alle funzioni liturgiche più solenni della chiesa madre, collaborate più strettamente col Vescovo nel compito di santificare il popolo di Dio ed offrire, in suo nome, preghiere e suppliche al Padre del Signore nostro Gesù Cristo”.
I canonici eletti hanno pronunciato il giuramento di fedeltà toccando il libro dei Vangeli, poi il Vescovo ha posto sulle loro spalle la mozzetta canonicale esortandoli con le parole: “Prega senza stancarti, non dimenticarti mai di ringraziare Dio e rivestito dello spirito di orazione, fai salire al Padre, dalle tue labbra e dalla tua vita il sacrificio della lode”.
Dopo aver ricevuto l’abbraccio di pace dal Vescovo e dai capitolari presenti al rito (monsignor Giovanino, monsignor Arnaldo Bigio e don Romano Salvarani), i neo canonici hanno preso possesso del loro stallo canonicale.
Al termine del canto dei Vespri, il Capitolo ha accompagnato il Vescovo alla Cappella della Beata Vergine Assunta, titolare della Diocesi e patrona della Cattedrale, davanti alla cui immagine è stata intonata l’antifona “Salve Regina”.
Nel rientrare in sacrestia, la processione ha potuto sostare presso la lapide posta nel deambulatorio che ricorda i lavori di riedificazione voluti dal Vescovo Varmondo: “Condidit hoc Domino Prae – sul Warmundus ab imo”, “Costruì questo [tempio] per il Signore il Vescovo Varmondo dalle fondamenta”.
Dopo questo rito è seguita la Messa solenne concelebrata dai Canonici.
Nella omelia il Vescovo ha ricordato il significato della ricorrenza liturgica: “Celebrando la solennità della Dedicazione della nostra Cattedrale, madre di tutte le chiese della nostra diocesi, noi ricordiamo oggi con gioia la sua Consacrazione, quando questo edificio divenne la casa di Dio e dei Suoi figli”.
Il Vescovo ha poi sottolineato che: “Ricordare in quest’unica celebrazione la Dedicazione della Cattedrale e i Santi Pastori della Chiesa eporediese, è un richiamo significativo. Ci dice che la Chiesa c’è con i suoi Pastori, e non senza di essi; ad essi infatti è affidata la cura e la guida del gregge che è di Cristo e Suo rimane per sempre”.
Due in particolare sono stati i Santi pastori ricordati: Sant’Eulogio, primo Vescovo di Ivrea, la cui memoria riporta al sorgere della nostra Diocesi, nel tempo dell’implantatio Ecclesiæ nelle terre piemontesi accanto a figure quali Sant’Eusebio di Vercelli, San Massimo di Torino, San Gaudenzio di Novara, San Maggiorino di Acqui e Sant’Eustasio di Aosta.
L’altro, il Beato Varmondo, decimo Vescovo di Ivrea, “fu un grande Pastore che seppe unire la carità evangelica alla fermezza della giustizia. La sua opera abbraccia religione, cultura, arte, politica; diede un deciso impulso culturale attraverso una scuola vescovile e lo scriptorium da cui provengono i preziosi codici miniati che sono oggi ancora il tesoro della Biblioteca capitolare e riedificò l’antica cattedrale di Santa Maria”.
Commentando le parole del Vangelo proclamato – “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,13-19) –, il Vescovo ha evidenziato l’apostolicità della Chiesa: “Pietro non è il solo; è Capo, ma di un collegio, e gli Apostoli condividono con lui il compito assegnato da Cristo a tutti i Dodici, scelti da Lui per continuare la Sua missione. A questa luce comprendiamo il significato della Cattedra (da cui la Cattedrale riceve il nome): rappresenta l’autorità del Vescovo, Successore degli Apostoli, con il compito, innanzitutto, di essere Maestro della fede nel guidare il Popolo di Dio. Guardando a questa Cattedra, che è qui da tanti secoli, e facendo memoria dei Santi Pastori della nostra Chiesa, noi ringraziamo il Signore per la Chiesa che egli ha fondato e Gli chiediamo la grazia di servire fedelmente Cristo e i fratelli”.
Riprendendo il testo del canto di ingresso della celebrazione, composto nel XII secolo da Adamo di San Vittore per la consacrazione della Cattedrale di Notre Dame di Parigi, e proposto dalla Cappella musicale della Cattedrale per l’occasione, il Vescovo ha ribadito: “La certezza che ci sostiene è che Cristo è con noi, che è Sua la Chiesa affidata ai Pastori, perché è nata da Lui, come canta l’antico, splendido, inno della Dedicazione: ‘Appeso all’albero della croce, il Dio fatto Uomo dal suo costato aperto, con il dono dell’acqua e del sangue, fece nascere la Chiesa! Unendoci a Sé nel vincolo nuziale, Cristo ci rende partecipi dei gaudi eterni’”.
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Redazione Web