Ciro Lubrano Lavadera è molto noto in città per la sua enoteca, dove spesso ospita reading e simposi letterari, corsi di scrittura creativa e serate di degustazione.

Meno nota è invece la sua passione per il teatro, la scrittura e il suo passato di attore dilettante e di autore di farse del genere “teatro cucina”.

Si aggiunga a questo il fatto che è nato a Procida (Capitale italiana della Cultura 2020) e che risiede a Ivrea (Capitale italiana del Libro 2020): in lui si crea un ideale connubio che lo vede ambasciatore e trait d’union delle due capitali.

Ed ecco spiegata la grande presenza di pubblico che ha affollato Santa Marta lo scorso mercoledì 22 giugno, in occasione della presentazione del suo primo romanzo, “Il tesoro di Alì“.

Nel libro, già presentato con successo il 23 maggio a Procida, parlano le voci dei diversi personaggi attraverso i ricordi che il tassista Alì ha fortemente impresso in ognuno: la sorellastra Maria, il bel cuoco Miguel, il professore Santovito, Mimì Galletta, Giruzzo. Interessante il linguaggio utilizzato, che vede il ricorso ad acronimi attribuiti ad Alì; compaiono spesso termini dialettali, che danno un ulteriore tocco di colore locale alle frasi e che sottolineano, ce ne fosse bisogno, quanto Lubrano sia sempre attaccato al proprio “scoglio natio”.

Sullo sfondo, mai citata direttamente se non negli ultimi capitoli, ma sempre presente con i suoi profumi, colori e paesaggi, è proprio l’isola di Procida, insieme all’isola “sorella” Vivara.

Non mancano le ricette della tradizione, rivisitate dallo chef procidano di esperienza internazionale Marco Ambrosino, una prefazione del giornalista Domenico Ambrosino e alcuni suggerimenti musicali da veri intenditori.

E non è mancato l’omaggio di Ivrea alla serata di presentazione, che ha visto l’intervento dell’assessore alla Cultura Costanza Casali e la conduzione a quattro mani di Gianmario Pilo e del giornalista Claudio Cuccurullo (che ha firmato la postfazione del libro), in un dialogo con Ciro Lubrano, sottolineato dalla lettura di passi a cura di Sofia Tinetti e di Lubrano stesso.

Paola Ghigo