La colletta per la Terra Santa, che abitualmente si fa il Venerdì Santo – domani, 7 aprile – è un segno di solidarietà con i cristiani che, oltre a vivere i consueti disagi, devono affrontare le conseguenze del terribile sisma del 6 febbraio in Turchia, in Siria.
“Sono terre visitate dalla predicazione apostolica e luoghi in cui è fiorito il Cristianesimo delle origini con insigni tradizioni monastiche ed eremitiche, o scuole teologiche che hanno contribuito allo sviluppo della comprensione del mistero di Cristo”, ha ricordato l’arcivescovo Claudio Gugerotti, neo-prefetto per le Chiese orientali.
Papa Francesco, nella linea dei predecessori, incarica il dicastero “di ravvivare l’invito a rimanere solidali con la comunità cristiana della Terra Santa” ed esorta a “restare uniti e solidali con i fratelli e le sorelle” che vivono nei luoghi santi e continuano a testimoniare il Vangelo.
“Custodiamo la memoria storica del Cenacolo, rendendo cenacoli di preghiera e carità le nostre case e le nostre parrocchie. Manteniamo la basilica dell’Annunciazione a Nazareth Rinforziamo gli spazi della basilica del Santo Sepolcro e li riportiamoli alla loro luce, per far abitare i nostri cuori dall’annuncio di Cristo risorto”, dice ancora monsignor Gugerotti.
E poi ci sono le case delle famiglie francescane, quelle di altri ordini e congregazioni, che in Siria e in Turchia “in queste settimane sono diventate tende e riparo per gli sfollati”.
In Terra Santa le congregazioni religiose “rimangono sorgenti di speranza con la cura dei più piccoli, la formazione scolastica, l’accompagnamento delle madri in difficoltà, il chinarsi sugli anziani e gli ammalati, l’offrire progetti abitativi e creare posti di lavoro – conclude monsignor Gugerotti –. Vi chiedo con il cuore che la colletta del Venerdì Santo sia generosa da parte di tutti, come tanti piccoli oboli della vedova lodata da Gesù nel Vangelo”.
Nella relazione sul 2022, il dicastero precisa che la Colletta del Venerdì Santo “è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi ed è lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente”.
La Custodia francescana può così “custodire i luoghi santi, favorire la presenza cristiana con attività di solidarietà, pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali”.
Ricevono aiuti Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.
Gli oltre 9 milioni di dollari pervenuti nel 2022 sono stati usati per la formazione di seminaristi e sacerdoti (4 milioni); per le scuole del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, della Custodia e di altre Chiese e istituti religiosi (3 milio[1]ni) e per sussidi ordinari e straordinari che contribuiscono alla vita quotidiana delle circoscrizioni (2 milioni).
Pier Giuseppe Accornero
Redazione Web