Anno (scolastico) nuovo, vita nuova!”.

Ma anche “Squadra che vince non si cambia”.

Sono gli slogan che hanno accompagnato il ritorno in classe degli alunni e degli insegnanti all’istituto salesiano “Cagliero” di Ivrea, retto da tre anni a questa parte da un gruppo di laici – fedeli alla missione di don Bosco – davanti al ridimensionamento numerico dei sacerdoti e coadiutori salesiani venuti a mancare o che, in età avanzata, sono fuori dal circuito attivo dell’insegnamento, ma non per questo usciti di scena.

Sono circa 300 gli alunni che lunedì12 e martedì 13 settembre hanno varcato la soglia del “Cagliero”, oltre 20 gli insegnanti “scelti” per una missione educativa non impossibile, ma certo difficile per le condizioni dentro alle quali la società ha immerso giovani e giovanissimi.

Guida l’istituto salesiano Melisenda Mondini, imprenditrice, marito e tre figli, in totale spirito di servizio come cooperatrice salesiana. Del team fanno parte la preside della Scuola Media Laura Donato e la coordinatrice didattica per le elementari Emma Danni, oltre a don Dante Pietrobon, coordinatore dell’Educazione alla fede per l’accompagnamento spirituale, ma sempre disponibile su tutti i versanti che hanno a che fare con l’educazione dei giovani.

Nove insegnanti laici formano il Consiglio della Comunità Educativa Pastorale, il gruppo dirigente dell’istituto che rinnova e attualizza il mandato del fondatore: “I ragazzi al centro”, al centro del progetto educativo, delle attenzioni, delle preoccupazioni e di tutto ciò che ruota nel mondo della scuola in generale e quella salesiana in particolare.

Un cambiamento epocale – e per ora unico in Italia – quello che vede tre donne ai vertici del “Cagliero”, che si avvale di un Consiglio di Indirizzo presieduto dall’Ispettore salesiano con la presenza del Delegato di Pastorale Giovanile, l’Economo Ispettoriale, e il Delegato salesiano e ovviamente Melisenda Mondini, direttrice dell’Opera di Ivrea.

Lo sguardo di questo esercito di insegnanti ed educatori è quello che aveva don Bosco per ogni ragazzo con il suo primo Oratorio, ovvero formare “onesti cittadini e buoni cristiani”, in un clima di accoglienza, convivenza, evangelizzazione, studio e allegria.

Si guarda in alto al “Cagliero”, dove il sistema educativo è verticale, per andare al massimo; tante materie (musica, inglese, scienze motorie, arte…) affidate a professionisti del settore nelle classi elementari e che completano le ore di cattedra nelle medie.

La didattica è così “potenziata”, l’insegnante “specializzato” è anche “fidelizzato” e non ha bisogno di cercare altrove per completare il suo orario, e gli alunni – siccome il 98% di quelli delle elementari passano poi alle medie – si vedono garantiti nella qualità e nella continuità nel loro percorso all’interno della scuola.

Il “Cagliero” di Ivrea stava per farcela ad aprire anche la terza sezione della scuola media per il nuovo anno scolastico; è mancato quel poco per arrivare ad avere venticinque alunni in classe.

Lo staff guarda fiducioso all’anno scolastico successivo.

Un progetto e una offerta educativa di così alto livello spiazza chi sostiene che la scuola paritaria costi cara.

Costerà anche, ma “offriamo anche tanto” ci dicono i nostri interlocutori; una didattica di alto livello, un servizio dalle 7.30 alle 17.30, i pullman privati che raccolgono gli studenti al mattino e li riportano a casa alla sera, la mensa, i numerosi laboratori formativi, lo sport, il catechismo, la musica… strumenti moderni per insegnare ed apprendere, tecnologie avanzate… e poi, insegnanti con il fiuto per capire il minimo segnale di disagio ed intervenire con la famiglia per dare supporto e garantire accompagnamento.

I voucher regionali sono un vero aiuto alle famiglie per completare la retta per coloro che hanno un ISEE basso, senza dimenticare lo spirito del fondatore dalla vocazione fortemente inclusiva, che tende a cercare soluzioni affinché nessuno di chi vuole entrare, rimanga “fuori”.

Ma come stanno i ragazzi, gli alunni di oggi, dopo due anni di difficoltà dovuti alla pandemia e le sollecitazioni esterne non proprio e non sempre positive?

Dicono di “sentirsi a casa” al “Cagliero”, ma non sono indenni dalle difficoltà nate dall’isolamento sociale, dalla didattica a distanza, dall’esperienza dell’emergenza, dai danni del Covid, e non sono indenni da tutto ciò che il web trascina con sé; il bello e il brutto, ciò che fa crescere e ciò che appiattisce coscienze e personalità. Ritrovarsi in aula fa bene, l’attenzione degli insegnanti alle individualità garantisce la centralità della persona nel percorso educativo; e questo fa la differenza.

I ragazzi, poi, sanno tirare fuori cose concrete dalle sollecitazioni positive della scuola, della famiglia e del loro stare insieme.

Da questo è nato e vive il progetto “Caritas”, pubblicizzato anche da un video di loro fattura, per raccogliere cibo e beni per chi ne ha bisogno o è recluso in carcere.

Sono i risultati della cura dell’intelligenza, volontà, socialità e bontà sulla scia della missione di don Bosco.

Chi volesse conoscere meglio l’istituto salesiano “Cagliero” di Ivrea potrà partecipare all’open day previsto per sabato 8 ottobre prossimo: per ogni informazione è possibile visitare l’url https: //cagliero.it/open-day-al-cagliero/.

Carlo Maria Zorzi