Gino Pistoni e la resistenza non violenta 80 anni fa e oggi“: questo il titolo della tavola rotonda svoltasi mercoledì 24 luglio in Sala Santa Marta a Ivrea con la partecipazione di numerosi e qualificati relatori.

L’introduzione, molto ampia, è stata affidata a Pierangelo Monti, coordinatore dell’evento e responsabile del gruppo Amici di Gino Pistoni, il quale ha ribadito la scelta di Gino di non voler sparare, ma di voler essere di supporto al gruppo partigiano in modo nonviolento.

L’intervento di don Piero Agrano, assistente diocesano dell’Azione Cattolica di Ivrea, ha evidenziato la singolarità di Gino come persona il cui estremo Gesto ha grande valore simbolico: ha considerato la propria morte come un “offrire” la propria vita, come il chicco di grano di cui parla il Vangelo, che non va perso ma genera vita.

Il presidente dell’Anpi provinciale Nino Boeti ha poi sottolineato l’importanza dei Partigiani Cattolici nella lotta di Liberazione, con un intervento cui ha fatto eco quello di Mario Beiletti dell’Anpi di Ivrea.

Di grande spessore la disamina sui tanti episodi della vita di Gino Pistoni presentata dal presidente nazionale dell’Azione Cattolica Giuseppe Notarstefano.

Il presidente ha soprattutto evidenziato l’attualità delle scelte fatte da Gino, ventenne: scelte che possono risultare ancora valide per i nostri giovani sia in riferimento alla fede sia sul piano politico come lotta per la libertà senza ricorso alla violenza.

Chiudendo la serata, Angela Dogliotti del Mir-Nv e del Centro studi Sereno Regis di Torino ha posto l’accento su come ai nostri giorni sia improponibile una lotta armata alle dittature o alle aggressioni di eserciti a causa dell’enorme potere distruttivo di cui dispongono gli Stati.

Da studi statisticamente dimostrati risulta che solo la lotta non violenta può avere speranza di successo.

Anche in questo Pistoni fu un grande precursore.

A un anno dalla scomparsa è stato infine ricordato anche il vescovo Luigi Bettazzi, per il suo impegno per la pace portato avanti per tanti anni, e per essere stato promotore della causa per la beatificazione di Gino Pistoni.

livio obert

L’intervento del presidente nazionale di AC Giuseppe Notarstefano

L’intervento del presidente nazionale di AC Giuseppe Notarstefano, nella serata del 24 luglio dedicata a Gino Pistoni, è iniziato con la dichiarazione della necessità, per l’associazione e non solo, di conoscere Gino: una figura di straordinaria valenza, la cui storia di santità, benché in contesti diversi, ha assonanze spirituali e umane con quella del beato Rosario Livatino.

La prima riflessione di Notarstefano si è soffermata sul tema della santità: “Ogni tempo ha i santi che si merita – ha detto –. La santità di Gino, al di là del riconoscimento ecclesiastico, è la luminosità dell’esperienza di fede che conosciamo tramite le testimonianze di chi lo ha conosciuto e accompagnato nel cammino spirituale dell’associazione culminato nell’offerta di sé. Gino vive pienamente immerso nel suo oggi, riconoscendo la presenza del Signore nella propria storia: la scelta religiosa, cara all’Azione Cattolica, è la capacità di entrare in profondità dentro le trame della storia e Gino lo dimostra nel modo in cui ha vissuto nella ricerca del Regno di Dio. C’è però del misterioso nella vita di Gino: come si fa a prepararsi ad una consacrazione speciale ed attuarla e poi essere pronto a vivere l’esperienza del servizio militare in un governo avverso, durante il quale maturare la scelta di obiezione e finire con l’offerta della vita… Nel mistero c’è un raccordo profondo tra l’immersione nella storia del suo tempo e quella fede che anima il desiderio di un ordinamento politico diverso, dell’avvento del Regno di Dio di giustizia e di pace, del Regno dei più poveri e degli ultimi”. Il secondo punto di approfondimento ha evidenziato la necessità per i cristiani di tornare a sentire il “bisogno” di santità: “Il Signore fa nascere figure straordinarie anche in questo tempo difficile, e noi dobbiamo costruire anche oggi legami significativi ed educativi, promuovere percorsi finalizzati ad una vita cristiana solidale, accogliere l’eredità di Gino. L’Azione Cattolica, così come altre realtà, è uno spazio nel quale tessere quotidianamente feconde alleanze”.

Un ultimo punto di riflessione sulla pace ha sottolineato l’essere “partigiano disarmato” di Gino.

All’interno dell’Istituto Paolo VI – nel 2020, in occasione del 75° anniversario della Resistenza – è nato il progetto “Biografie Resistenti”, per la raccolta di testimonianze di soci ed assistenti di AC che hanno partecipato in modi diversi al passaggio dal fascismo alla costruzione della democrazia italiana.

L’incontro di mercoledì sera scorso è sembrato dire che c’è bisogno di parlare di pace partendo dalle figure che hanno vissuto la guerra.

Il fine del progetto “Biografie Resistenti” riveste una certa importanza in questo tempo perché mira a demolire la concezione della guerra come unica possibilità di risolvere le divergenze.

La pace deve unire e il cristiano ha l’occasione per mostrarsi, ed essere, vero artigiano della pace.

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