(giulia michela demaria) – Gli Storici sono ormai concordi nel definire, quello degli armeni, come il primo genocidio del ‘Novecento (dal 1915, ma con prodromi sin dalla fine del XIX Secolo); così come particolarmente efferato, fu assai significativo nel condizionare le future relazioni tra Est ed Ovest, perché fu lo stesso territorio armeno, è al cuore dell’Eurasia.

Genocidio è sinonimo della strage di persone innocenti, di popoli perseguitati ed oppressi da altri popoli che – anche in questo senso, fu precursore dei fatti della Seconda Guerra Mondiale – mirano alla “soluzione finale”, cioè allo sterminio dell’altro.

Inutile pensare che, in un simile quadro, dove sono gli stessi caratteri di umanità della vita ad essere disconosciuti e calpestati, possa in qualche modo rimanere immune ciò che rappresenta la cifra culturale delle popolazioni “vinte”.

Sicchè, il genocidio armeno è stato ed è anche un genocidio culturale, rappresenta il rischio che siano cancellati depositi identitari e culturali bimillenari.

Proprio per cercare di tutelare i valori della cultura armena, partendo da una loro maggiore conoscenza, con riferimento particolare all’arte sacra, è stata concepita ed organizzata un’iniziativa culturale che si annuncia molto interessante.

Il 9 settembre 2023, nelle sale espositive del Museo Diocesano della Diocesi di Ivrea, si terrà un pomeriggio di studi aperto a tutti sulla conoscenza e di conseguenza tutela dell’arte sacra in una zona in passato, ma ancora oggi, particolarmente colpita dalla guerra e dalla discriminazione, l’Armenia.

Sembra di questi tempi particolarmente importante sensibilizzare su un tema come questo, che interessa molte parti del mondo, cristiano e non.

E vogliamo farlo offrendo uno sguardo sulla cultura e sull’arte sacra di questo Paese, particolarmente ricco di bellezza.

Si susseguiranno tre interventi nel corso del pomeriggio.

Ad aprire il ciclo delle relazioni,  Aldo Ferrari, storico e politologo italiano specializzato in armenistica e slavistica.

Attualmente e professore ordinario di Lingua e Letteratura Armena, Storia della Cultura Russa e Storia del Caucaso e dell’Asia centrale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Seguirà poi Marco Ruffilli, che invece si è formato in Lingue e Culture del Mediterraneo e del Medio Oriente presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e ad oggi è dottorando presso l’Università di Ginevra.

A concludere sarà Alessia Boschis, laureata in Storia Medievale presso l’Università di Torino e attualmente dottoranda in Storia dell’Arte presso il DIUM dell’Università degli Studi di Udine.

L’intento degli interventi è poter arrivare a tutti, non solo agli specialisti del settore, per questo sarà riservato ampio spazio per la discussione e la condivisione.

Nell’attendervi speriamo numerosi rinnoviamo l’invito per sabato 9 settembre alle ore 14.30 in via Varmondo Arborio, 28.

L’ingresso è libero e gratuito (nelle illustrazioni, la sede ed alcuni saloni del Museo Diocesano di Ivrea) .