(ferdinando zorzi) – La Messa del giorno di Pasqua ha coronato il solenne Triduo e l’intera Quaresima. Monsignor Daniele Salera ha presieduto i Vespri battesimali e la Celebrazione eucaristica delle ore 18, con una nutrita partecipazione di fedeli in Cattedrale.
Dopo il rito dell’aspersione con l’acqua benedetta della Veglia pasquale e l’ascolto della Parola, il Vescovo di Ivrea ha tenuto l’omelia partendo da un interrogativo posto dal monaco e asceta San Doroteo di Gaza: cosa possiamo offrire a Cristo, che non ha voluto sacrifici, nel giorno della Resurrezione? La risposta si trova in un altro antico sapiente, San Gregorio di Nazianzo: possiamo portare in offerta noi stessi, non amando le cose del mondo e seguendo la Sua legge.
Infatti, già nelle celebrazioni quaresimali, il Vescovo Daniele aveva richiamato l’attenzione sul significato di Cristo immolato come Agnello, sostituitosi all’offerta pasquale ebraica, con diversi significati in comune: il sangue dell’Agnello allontana la morte e libera dalla schiavitù. Prende su di sé la maledizione, salendo sulla Croce e diventando benedizione, tema che caratterizza il Venerdì Santo. Da questo esempio possiamo imparare ad amare di più: come ha scritto San Doroteo, lo possiamo fare affidandoci a Lui, poiché nel momento della prova, solitamente tendiamo a riprendere in mano le nostre vite.
Così i discepoli di Emmaus, coprotagonisti del brano evangelico solennemente proclamato: dopo aver seguito Gesù, si ritrovano nella prova, dopo aver scelto di donare la vita, tantano di riprenderla in mano; ma Cristo non li giudica, li accompagna e, attraverso la Scrittura, scalda loro il cuore, finché non lo riconoscono nello spezzare il pane.
La Parola e l’Eucaristia sono sono dunque i mezzi per essere felici. Come ha scritto Sant’Ignazio di Loyola “L’uomo è creato per lodare, riverire e e servire Dio nostro Signore e per salvare, mediante ciò, la propria anima“. “Desiderare e scegliere il fine per cui siamo stati creati è vivere nella gioia perché Cristo ci ha redenti“, ha concluso il Vescovo.
Al termine della Messa, prima di impartire la Solenne Benedizione, monsignor Salera ha voluto ringraziare coloro che hanno reso possibile una liturgia curata nei minimi dettagli: i Padri della Congregazione dell’Oratorio di Ivrea, il Sacrestano e la Cappella musicale della Cattedrale, nell’occasione accompagnata dal gruppo degli Ottoni, oltre che dall’organo: diversi giorni di preparazione e di prove hanno consentito di elevare la preghiera attraverso la bellezza della musica, del canto e dell’allestimento per la Liturgia.
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