(ferdinando zorzi) – Nella solennità della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, martedì 16 luglio, è stata celebrata la Santa Messa di suffragio nel primo anniversario della scomparsa di monsignor Luigi Bettazzi.
Ha presieduto l’Eucaristia il vescovo Edoardo Cerrato, concelebrante il vescovo emerito di Pinerolo monsignor Pier Giorgio Debernardi, nativo di Feletto e proveniente dal clero diocesano, che fu per molti anni Vicario generale di Mons. Bettazzi, con un buon numero di sacerdoti locali.
La Messa è stata resa solenne dai canti intonati dal coro della Fraternità di Nazareth, scelti per la festa mariana e, in parte, composti da don Domenico Machetta.
Monsignor Cerrato, nei saluti iniziali, ha sottolineato come la ricorrenza della Beata Vergine del Carmelo in questa data sia significativa per ricordare la promessa fatta da Dio e sancita con la Risurrezione di Gesù Cristo.
Il vescovo di Ivrea ha poi letto i messaggi del vescovo di Biella Roberto Farinella, che impossibilitato a essere presente ha espresso la sua vicinanza nella preghiera e con la riconoscenza a monsignor Bettazzi, e dell’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, che si è unito spiritualmente alla celebrazione, ricordando lo zelante operato di monsignor Bettazzi nell’associazione.
Nella lunga e intensa omelia, monsignor Debernardi si è soffermato su ciò che i monti evocano per il cammino di Fede: la salita al Cielo, là dove è Dio.
A partire dal Carmelo, la “via di Dio”, via fertilissima verso la santità, ricordata da grandi mistici come San Giovanni della Croce e da eccezionali artisti come Leonardo da Vinci, con la sua “Vergine delle rocce”: la Madre che ha saputo, insieme al Figlio, raggiungere la vetta.
Nella Bibbia, il termine “monte” o “montagna” ricorre oltre cinquecento volte: è evidente che si tratti di un aspetto fondamentale, del luogo della ricerca di Dio, che rimanda costantemente al Calvario, un monte non molto alto, in cui però si è rivelata la pienezza della presenza di Dio.
Queste sono le montagne spirituali che anche monsignor Luigi Bettazzi si è trovato a dover scalare, in tutta la loro asprezza, appoggiandosi sempre alla roccia che è Cristo. Monsignor Debernardi ha ricordato le ascensioni del vescovo Luigi, reali e metaforiche, condotte grazie alla virtù della Speranza, che secondo Sant’Agostino ha due figli: lo sdegno (verso le cose del mondo) e il coraggio (per cambiarle): così monsignor Bettazzi ha agito nel corso del suo ministero.
I monti sono anche il luogo dove Gesù si ritirava in preghiera; siamo forse abituati a pensare a monsignor Bettazzi come un uomo d’azione piuttosto che contemplativo, ma non è così: monsignor Debernardi ha testimoniato il suo amore per la recita dei Salmi, soprattutto al mattino presto e alla sera tardi.
Abbiamo invece certamente più chiara l’immagine del vescovo Luigi come sostenitore della Pace, attraverso quel simbolo, l’arcobaleno, che, non bisogna dimenticarlo, è nella Bibbia ciò che rappresenta l’Alleanza fra Dio e il suo popolo.
Monsignor Debernardi ha ricordato la partecipazione, anche in tarda età, a tutte le marce della pace organizzate da Pax Christi e di come il primo giorno dell’anno il vescovo emerito di Ivrea tornasse in Cattedrale per la Messa e per portare la sua testimonianza.
Così, “dagli Appennini bolognesi alle Alpi piemontesi” si è compiuto il cammino umano e spirituale di monsignor Lugi Bettazzi e proprio da un Santuario di montagna che lui amava molto, Prascondù, proviene l’anonima preghiera di ringraziamento al Signore per aver donato il vescovo Luigi alla diocesi, che il vescovo Pier Giorgio ha letto in conclusione dell’omelia.
Al termine della celebrazione, dopo aver impartito la benedizione ai fedeli, monsignor Cerrato e monsignor Debernardi si sono recati ad aspergere il sepolcro di monsignor Bettazzi, percorrendo i pochi metri che lo separano dal presbiterio della Cattedrale. In seguito, anche i numerosi fedeli partecipanti alla Messa si sono raccolti qui in preghiera.
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