Una (nuova) mostra emblematica della collaborazione tra il pubblico e il privato – cioè tra Comune di Ivrea e collezione del Museo “Garda” da una parte e collezione dell’Archivio Storico Olivetti, e dunque Olivetti e Tim, dall’altra –: si tratta della quinta del ciclo “Olivetti e la cultura nell’impresa responsabile”, ha per titolo e tema “Astrattismo e Informale nella collezione Olivetti e nella collezione civica” ed è stata inaugurata sabato scorso al Museo “Piero Alessandro Garda”.
Oltre 90 le opere esposte – 30 appartenenti al Museo cittadino –, in un allestimento pensato in modo interattivo, allo scopo di consentire interessanti workshop con i bambini in visita scomponendo alcune opere affinché siano ricomposte, in un dialogo tra museo e fruitori. A introdurre la visita con i saluti istituzionali sono stati l’assessore alla Cultura Costanza Casali e il sindaco Stefano Sertoli, oltre al presidente dell’Archivio Storico Olivetti, Gaetano Di Tondo, che indossando anche un secondo “cappello”, quello di presidente del Gruppo Turismo di Confindustria Canavese, ha rimarcato come queste mostre costituiscano amplificatori di attrazione turistica per il territorio, e al tempo stesso esportino il nome di Olivetti e Ivrea: è il caso, ad esempio, delle due mostre che l’Archivio Storico porterà prossimamente a Tel Aviv e Città del Messico.
Presenti all’inaugurazione anche alcuni familiari degli artisti le cui opere sono esposte: la moglie di Andrea Bortoli, moglie e figlia di Diego Ruggeri e la figlia di Mattia Moreni, che quasi commossa ha raccontato di aver per anni cercato il “Paesaggio”, opera di oltre 4 metri esposta nella sede Olivetti di Milano, di cui si erano perse le tracce fino al ritrovamento a Ivrea.
Le opere in mostra, anziché seguire cronologicamente l’evoluzione o la crescita dei movimenti che si svilupparono nel secondo dopoguerra, evidenziano le scelte che portarono all’acquisizione delle stesse: fondamentale, in particolar modo, fu la mostra del 1955 “Sessanta maestri del prossimo trentennio”.
In rassegna si possono ritrovare grandi nomi, tra cui spiccano Mirò, Kandinsky, Picabia e Balla che accolgono i visitatori fin dalla prima sala, mentre l’attenzione su Torino e i suoi artisti si rivela nelle opere di Spazzapan e dai fondatori di Movimento Arte Concreta, Biglione e Scroppo.
Geometrie, scomposizioni, ricerche visuali, colori “eccitati”: ogni sala rivela capolavori a volte inediti, in un percorso forse non immediato, ma di sicuro fascino.
“Un plauso a chi ha lavorato incessantemente per condurci a questo nuovo traguardo, in primis la direttrice del Museo Paola Mantovani”, ha concluso il sindaco Sertoli.
La mostra sarà visitabile fino al 26 marzo, da martedì a domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 (chiusura da domenica 19 a martedì 21 febbraio, per il Carnevale).
Informazioni su www.museogardaivrea.it.
Paola Ghigo
Redazione Web