È ottimista Diego Targhetta Dur, coordinatore del corso di laurea in Scienze Infermieristiche di Ivrea.

Il 10 agosto si conclude lo sportello di assistenza e aiuto per la preiscrizione al corso, gestito da docenti e studenti, e finora la risposta è stata più che positiva, arrivando quasi a coprire per intero i 75 posti a disposizione: in controtendenza, anche quest’anno, rispetto al trend nazionale.

In previsione della prova di selezione del 12 settembre, si svolgeranno ancora momenti di approfondimento su matematica, chi[1]mica, fisica e biologia tenuti dai docenti: per info consultare infermieristicaivrea.campusnet.unito.it.

Ha pagato l’orientamento svolto negli Istituti superiori dagli allievi del secondo e terzo anno. È stato compreso il valore di un corso che permette ai propri studenti di farsi conoscere prima della laurea, tramite i tirocini nell’Asl To4 e nelle Rsa del territorio”, commenta soddisfatto Targhetta.

Riconfermati i master in Cure palliative, Telemedicina (strumento su cui punta la medicina del futuro come potenziamento della medicina del territorio), Emergenza cardiologica rianimatoria.

Eccellenza del corso di laurea di Ivrea resta il laboratorio LaVal che in Valchiusella riunisce infermieri di comunità, antropologi e sociologi in uno studio congiunto sotto le lenti della cura della salute e dell’antropologia, incentrato sulla popolazione locale.

L’iniziativa è cresciuta di anno in anno, e coinvolge come partner, oltre all’Università di Torino, Università del Piemonte Orientale, Humanitas, Università di Bologna per quel che concerne lo studio socio-antropologico, Università telematica Pegaso per i tirocini, e Supsi (Scuola Universitaria Profes[1]sionale della Svizzera Italiana) di Mendrisio.

L’Infermieristica di Ivrea ha un occhio di riguardo per gli studenti lavoratori, con lezioni frontali e da remoto concordate a seconda delle esigenze e tirocini agevolati; gli studenti “standard” trovano invece a Ivrea un ambiente vivace, stimolante, in cui allo studio sono affiancate attività sportive, teatro, medicina narrativa, gestione delle pagine social della Facoltà.

Tutto positivo? Purtroppo no.

Manca il tanto necessario campus, che farebbe compiere un definitivo salto di qualità al corso e a cui afferirebbero gli studenti fuori sede (specie quelli giunti dalla Sicilia, grazie al passaparola), che hanno invece difficoltà a reperire appartamenti in affitto a Ivrea.

Paola Ghigo

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Redazione Web