“Potuit, decuit, ergo fecit”.
L’ispirata intuizione di Giovanni Duns Scoto, che giunse ad illuminare il passaggio tra il XIII ed il XIV Secolo, dando una spiegazione attesa da almeno mille anni al Mistero della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, pare guidare i nostri passi verso la Solennità dell’8 dicembre.
Si tratta, però, dell’8 dicembre 1854, quando il Santo Pontefice Pio IX, con la Costituzione Apostolica
“Ineffabilis Deus”(cliccando qui il testo integrale del documento),
proclamò come verità di fede la preservazione dal peccato originale della Madonna, che Dio volle sin dall’alba della creazione in vista della divina maternità della fanciulla di Nazareth.
Dio, nella sua onnipotenza, certamente potè farlo; giudicò conveniente così agire per l’economia della salvezza; quindi lo fece.
Così intuì, dunque, il “Doctor Subtilis”, il Francescano, dottissimo, geniale ed umilissimo, ma dovettero passare 500 anni e più perché questa verità, peraltro sempre naturalmente avvertita dal popolo di Dio, ma ancora osteggiata da certi teologi, diventasse patrimonio di tutta la Chiesa.
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Nell’odierna catechesi che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato affida, come ogni mercoledì, al web, perché possa essere sempre a disposizione per la nostra riflessione, siamo quasi presi per mano nell’itinerario lungo tre giorni straordinari (dopo il precedente 3 dicembre, quando si festeggia il grande missionario San Francesco Saverio) in cui, il 6, il 7 e, appunto, l’8 dicembre, siamo al cospetto di vite mirabili.
Il 6 dicembre con San Nicola di Mira (conosciuto dai più, come San Nicola di Bari, ultimo approdo delle sue reliquie); il 7 dicembre con Sant’Ambrogio da Milano: due Vescovi, l’uno della Chiesa d’Oriente, l’altro di quella d’Occidente, al centro di grandi trasformazioni non soltanto ecclesiali, ma anche sociali.
Ma ascoltiamo la parola del Vescovo.
Buona visione e buon ascolto.