Due le celebrazioni che il Vescovo Edoardo ha presieduto nella chiesa di San Maurizio nella serata di ieri, mercoledì 22 febbraio, giorno delle Ceneri e inizio della Quaresima.

Il cammino che sale alla Pasquanei quaranta giorni durante i quali ci prepariamo a rivivere nella solennità annuale il mistero della morte e risurrezione di Cristo Salvatore – non è iniziativa nostra, ma di Dio, del Suo Amore per noi”, come ripete sovente il nostro vescovo. Celebrazioni partecipate da molti fedeli, vissute in un clima di profonda attenzione al senso e al significato del momento perché “è la Chiesa che ogni anno indice la Quaresima – ha detto il vescovo nell’omelia – ma fin dal primo giorno la Parola che proclama è quella del Signore che dice: ‘Ecco ora il giorno favorevole, ecco ora il giorno della salvezza’. E da quel momento il canto della Chiesa, all’inizio di ogni giornata, nell’inno delle Lodi mattutine, è l’espressione gioiosa di questa certezza: ‘Viene il giorno, il Tuo giorno, grazie al quale tutto rifiorisce’”.

La celebrazione è stata caratterizzata dall’imposizione delle Ceneri riconoscendo che “il segno austero delle Ceneri poste sul nostro capo, i canti e le melodie di questo Tempo Liturgico, lo stesso colore dei paramenti sacri non sono scelti per stendere su di noi un velo di tristezza, ma per dirci la serietà del momento, la verità sulla nostra vita, l’impegno che ci è chiesto in un cammino che non è facile perché conosciamo bene la fragilità delle nostre forze e la nostra povertà di fede, di speranza e di carità”, aveva detto poco prima il vescovo Edoardo nell’omelia.

Per poi aggiungere: “La nostra impresa ha Dio per protagonista ed essa è destinata a riuscire nella misura in cui camminiamo con la consapevolezza che stiamo ricevendo un dono: la possibilità di un ‘nuovo inizio’ la cui sorgente è in Dio; un dono di grazia che ci aiuta a prendere più viva coscienza dei nostri peccati e ad accogliere il perdono da cui ripartiamo rinnovati. Per dire a Dio il nostro ‘sì’ non solo verbale, oggi la Chiesa ci chiede di ridurre nel digiuno il nostro cibo per dire a Dio con tutte le fibre del nostro essere: Tu sei prima di tutto, e io voglio amare Te al di sopra di tutto”.

Monsignor Cerrato cita Charles Péguy, “lucido cristiano” nel 150° della sua nascita, accennando all’amore di Dio che “ci viene incontro sulla via del nostro peccato e ne fa il luogo della salvezza”.

Scriveva Pèguy: “È solo perché un uomo era là, per terra, che il Samaritano lo raccolse; solo perché il volto di Cristo era bagnato di sudore e sporco di sangue che Veronica l’asciugò con il suo lino…”.

E allora fiorisce in noi un desiderio più intenso di preghiera, di ascolto e di colloquio con Dio – ha concluso l’omelia il vescovo Edoardoun desiderio più intenso di rispondere all’amore di Dio anche attraverso un rinnovato impegno di carità verso tutti, altro passo fondamentale del cammino quaresimale verso la Pasqua”.

Un cammino già sintetizzato nel Messaggio del Vescovo alla diocesi per la Quaresima 2023 da noi pubblicato la settimana scorsa, con la proposta di San Paolo: “l’operosità della fede, la fatica della carità, la fermezza della speranza”.

c.m.z.

 

Redazione Web