Sono importanti gli Angeli?

Può forse essere un indizio pensare che la Sacra Scrittura, nel Vecchio e Nuovo Testamento, li nomini quasi 400 volte.

E può essere lecito immaginare che, se il Padre si preoccupa di presentarceli (Serafini, Cherubini e Troni, poi Dominazioni, Virtù, Potestà; infine, l’ultima delle tre Gerarchie: Principati, Arcangeli, Angeli), con tanta premura, ciò sia un segno del ruolo che i “messaggeri celesti” occupano nel progetto di Dio.

In questo periodo dell’anno liturgico tornano, in un “range” temporale assai breve, dal 29 settembre, festa di San Michele, San Gabriele, San Raffaele fino al 2 ottobre, quando si fa memoria degli Angeli Custodi (in una laica, ma forse non laicista, pragmatica deriva, elevata altresì a festa dei nonni), a ricordarci quanto siano necessari.

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Oggi, dunque, 2 ottobre, è la festa di quello che – nella catechesi offerta dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato – è da considerarsi “un caro amico”.

Appunto, il nostro Angelo custode.

Gli Angeli, evidentemente, sono altresì più volte citati nel Lezionario di oggi, in particolare laddove (Es 23,20-23) l’Eterno Padre rassicura il suo popolo:

“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.
Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
Il mio angelo camminerà alla tua testa”.

Ma non solo: è San Matteo, nel suo Vangelo (Mt 18,1-5.10) a riferire quella definitiva parola di Gesù:
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.

Proprio la certezza che i nostri Angeli possano contemplare il volto di Dio,  è uno dei passaggi più persuasivi ripresi dall’insegnamento di Papa Francesco che il Vescovo propone nel discorso di oggi.

Che, a questo punto, conviene senz’altro ascoltare direttamente, senza ulteriori indugi.

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