Si sono svolti venerdì scorso a Bollengo, con una grande partecipazione di conoscenti e amici in un clima di gratitudine e fiduciosa speranza, i funerali di Giovanni “Nani” Bettini, figura storica del Cammino Neocatecumenale a Ivrea e in tutto il Piemonte. Affidiamo il suo ricordo a questa toccante testimonianza pervenutaci.

È passato molto tempo da quel lontano 1962, quando all’età di 27 anni Nani giunse ad Ivrea dalla natia Vicenza per lavorare in Olivetti. Da subito, evidenziando un aspetto del suo carattere diventato poi a molti familiare, si diede da fare per aprire nella Parrocchia del Sacro Cuore un Reparto Scout. E da allora le nostre vite si sono incontrate ed abbiamo iniziato a camminare insieme: prima come scout, poi come rover ed infine nel Cammino Neocatecumenale, fino ad oggi. Oltre 60 anni di cammino comune sono un’esperienza davvero importante, avendo vissuto esperienze spensierate, allegre, ma anche tristi, realtà che ci hanno fatti crescere nella fede. Lasciata (non tanto per raggiunti limiti di età, quanto soprattutto per costruire una famiglia) l’esperienza Scout che ci aiutò a formarci come uomini, abbiamo condiviso l’esperienza del Cammino Neocatecumenale, che ci ha entusiasmati fin dalle prime catechesi e dalla quale più non ci siamo separati. In tutto questo tempo passato insieme ciò che mi ha impressionato di Nani è stato il suo zelo per annunziare il Vangelo e per dare la sua disponibilità in supporto all’evangelizzazione (ha fatto anche una breve esperienza come catechista itinerante in Inghilterra). Per il Signore non ha mai lesinato il suo operare, nell’economia delle doti che il Signore gli ha concesso. Ricordo molti anni fa, quando si andava nelle case ad annunciare il Vangelo – era il tempo della “traditio symboli”, al quale il Cammino chiama -, che quello era un momento per me difficile da mettere in pratica: mi costava parecchio andare a suonare i campanelli nelle case, specie delle persone che conoscevo in quanto da piemontese facevo fatica anche solo a pensare di dover disturbare qualcuno. Il buon Nani non mancava mai all’appuntamento: conoscendo la mia fatica mi telefonava un quarto d’ora prima, mentre era ancora al lavoro, dicendomi che mi avrebbe aspettato alla sua 500 rossa per la missione nelle case. Molte volte ho sperato in sue dimenticanze o indisponibilità: mai verificatesi, nemmeno una volta! Oltre alla disponibilità ed al servizio verso il prossimo, un altro aspetto che mi ha toccato, soprattutto con il divenire anziano, è stata la sua non resistenza al male. Accettava l’umiliazione come opportunità di conversione personale, anche se non mancava di dire ciò che pensava. Negli ultimi anni ha prestato servizio presso il Seminario Redemptoris Mater di Pinerolo. Era orgoglioso della sua progenie: quando si parlava dei suoi nipoti diventava raggiante. Spesso si recava in Finlandia dove Lucia a Daniele si sono stabiliti come famiglia in missione, così poteva goderseli. Si stava ora preparando ad andare in Perù per i prossimi voti solenni della nipote Sofia, suora di clausura in convento nei pressi di Lima (suor Lidia). Un altro paio di nipoti (in totale ne ha 18, oltre a 5 bisnipoti), si son dati disponibili per entrare in seminario; una nipote è attualmente in missione in Romania. In tutto questo ha sempre visto la presenza del Signore che lo accompagnava nel cammino terreno. La perdita della moglie Laura l’ha accolta come evento permesso da Dio nella sua vita e non ha mai dubitato che l’avrebbe incontrata nuovamente in paradiso. La loro famiglia è stata disponibile ad accogliere preti e seminaristi per lungo tempo: don Edson, dal Brasile, mi ha detto giusto qualche giorno fa che Nani è stato “un uomo di Dio”, ed anche il suo modo di accogliere la morte, in preghiera, lo ha testimoniato. In occasione delle esequie del fratello Giuseppe, avvenute di recente, mi ha detto che il suo funerale avrebbe desiderato che fosse una festa, un vero “dies natalis” nel Signore. Così è stato. Caro Nani, mi sei stato per tanti anni fratello maggiore e tu sai che ti ho voluto bene, dimostrato più con fatti che con parole. In te ho visto la robustezza della tua fede, e mi sei stato molte volte di esempio. Ringrazio il Signore perché mi ha dato di conoscerti. So che questa tua dipartita non è un addio bensì un arrivederci e se umanamente siamo addolorati ci conforta la certezza che ci ritroveremo, per unirci alla lode perpetua in paradiso insieme ai nostri cari che ci hanno preceduto. Prega per noi, ancora militanti in questo cammino terreno, che il Signore ci preceda nei nostri passi e ci tenga una mano sulla testa. Certo, ci mancherà la tua presenza, la tua disponibilità nel fare le cose, soprattutto la tua professionalità, però qualcosina anche in questo campo da te lo abbiamo imparato.

Ti abbraccio fraternamente…

e.r.

Redazione Web