Un grido d’allarme lanciato, in pieno agosto, dalla Società Canavesana Servizi: la raccolta differenziata della plastica non sta andando come dovrebbe.
Nelle analisi del territorio gestito da Scs troppo spesso la percentuale di impurezza è molto alta, dove per impurezza si considera tutto ciò che non è imballaggio in plastica.
Le analisi di qualità effettuate in agosto hanno dati pessimi risultati: in entrambi i casi la percentuale di impurezza è stata del 25%, ben al di sopra del limite massimo del 22%.
Nel caso in cui la percentuale mensile dei materiali non corretti resti al di sotto del 22% i Comuni soci, per il tramite della SCS, percepiscono da Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), un contributo economico che aiuta a contenere i costi della raccolta all’attuale livello e, di conseguenza, a non gravare oltre sui cittadini.
Nelle campane blu che si trovano lungo le strade dei Comuni serviti da Scs possono essere inseriti solo gli imballaggi in plastica: non basta quindi pensare di avere in mano un oggetto in plastica, ma bisogna anche riflettere sulla sua funzione.
È un contenitore, una pellicola che protegge o permette di trasportare una merce o un prodotto?
È fatto in materiale plastico?
Se la risposta è sì, allora si può buttare il rifiuto nella campana blu. Ma proprio in questa fase nascono alcuni tra gli errori più comuni: le cannucce, i giocattoli, le borracce, i tubi…, pur in plastica, non sono contenitori o pellicole protettive e, quindi, nei bidoni della plastica non devono essere inseriti.
Alcuni errori di conferimento emersi in analisi passate potevano essere effettivamente imputabili a scarsa conoscenza delle regole della raccolta differenziata.
Ma ormai non si può più parlare di “errori in buona fede”, perché oggi tra la plastica si trovano sempre più cavi elettrici, pannelli da lavorazione, tubi idraulici, rifiuti edili, ma soprattutto tanto rifiuto organico, quest’ultimo in particolare nei paesi con sistema di raccolta
“Isobarone”, in cui la maggior parte dei cittadini dovrebbe praticare il compostaggio domestico.
Sembra dunque che tanti cittadini utilizzino le campane in modo complementare al passaggio della raccolta indifferenziata, generando un circolo vizioso che rischia di diventare fisiologico: e, questo, non ce lo si può permettere.
“Le priorità e la situazione di grande incertezza in cui viviamo sappiamo bene che potrebbe far passare in secondo piano la gestione dei rifiuti – afferma il direttore generale di Scs Andrea Grigolon –, ma proprio perché il momento storico è difficile e complesso ci pare importante intervenire ora, affinché quelle che oggi sono criticità occasionali non diventino endemiche del nostro sistema e del modus operandi dei cittadini”.
La gestione corretta della raccolta differenziata permette di recuperare importanti materie prime, limitando l’estrazione e la lavorazione di nuovi materiali e il consumo di risorse naturali.
I rifiuti avviati al riciclo, infatti, si trasformano in nuova materia prima o vengono avviati al recupero energetico, importante alternativa ai combustibili fossili.
Fondamentale, a questo punto, è che tutti comprendano il proprio ruolo da protagonisti in questo sistema e si assumano la responsabilità di condurre il territorio in cui vivono verso una maggiore sostenibilità e un ridotto impatto sull’ambiente.