L’associazione “Festa e Fiera di San Savino” – presieduta da Renzo Galletto, sindaco di Montalto Dora, 75 anni ben portati di cui 50 passati come amministratore del suo Comune con funzioni ed incarichi diversi – sta lavorando alacremente per organizzare l’edizione 2023 della Festa patronale eporediese, in programma da venerdì 7 a domenica 9 luglio.

L’offerta presentata da Galletto ha sbaragliato le altre due associazioni concorrenti – “Eporedia 2004” di Elvio Gambone, arrivata seconda con qualche punto di distacco da “Eporadio” al terzo posto – nella classifica stilata dagli uffici comunali sulla base di un bando pubblico.

L’Amministrazione comunale ora guidata da Matteo Chiantore, al suo primo San Savino da sindaco, investirà nella festa 50mila euro: “una cifra certo non sufficiente”, ci ha detto nell’intervista che segue Renzo Galletto, il quale è però al lavoro per trovare altri sponsor.

E se arriverà ad Ivrea la famosa Fanfara a cavallo dell’Arma dei Carabinieri (si attende l’ultimo step autorizzativo del Comando provinciale dei Carabinieri del Piemonte e Valle d’Aosta) sarà la sua Associazione a coprirne i costi e a farne regalo alla Città e agli spettatori che vi confluiranno.

Renzo Galletto, è contento che la scelta dell’amministrazione Chiantore sia caduta su di voi?

Siamo contenti per le valutazioni che sono state date; abbiamo praticamente vinto tutti i punti che erano nel bando. C’è una cosa che mi ha inizialmente scocciato: fummo i primi nel 2016 a indicare nel Parco Dora il luogo adatto per la Fiera equina, ma ora anche i nostri contendenti, che per 4 o 5 anni ci hanno criticato su questa scelta, pur di vincere il bando 2023 alla fine hanno indicato anche loro lo stesso sito. Io ribadisco una cosa: se devo vincere, vinco con le mie idee, fare altrimenti non mi sembra corretto.

La vostra idea di Fiera insiste sul Parco Dora…

Noi sosteniamo che Ivrea non può non dotarsi di un’area fieristica: non solo per la festa di San Savino o per il Carnevale, ma per più iniziative ed eventi durante l’anno (concerti, sport…). L’area della Dora, a partire dal Canoa Club in avanti, dispone degli spazi necessari.

A proposito di Fiera dei cavalli: ce l’ha sempre l’idea di sfidare Verona?

No, bisogna essere molto pragmatici. Verona è una fiera internazionale, con un budget enorme. Noi dobbiamo rispettare un brand storico, ovvero “Ivrea città dei cavalli”: se tu coniughi la tua unicità con una offerta innovativa non sei omologabile con grandi eventi che hanno più possibilità economiche. Bisogna sfruttare le proprie peculiarità: per esempio gli attacchi, che a Carnevale e nella Patronale sono una caratteristica unica in Italia.

A che punto è l’organizzazione per l’edizione del 7 luglio prossimo?

In condizioni normali ci vogliono 5-6 mesi per organizzare. Mettere in piedi in 30 giorni tutta questa operazione è stato un orgoglio e una scommessa nostra, con la consapevolezza però che avremo gli occhi di tutti puntati addosso, e chi non condivide le nostre idee non mancherà di mettere il dito sulle criticità. Ma noi abbiamo fatto due scelte fondamentali: in primis ricordare che San Savino è una festa ludico-religiosa e occorre dunque un pieno accordo con la Curia Vescovile. In secondo luogo, San Savino non può essere una manifestazione di parte, quindi non è etichettabile né di destra, né di centro né di sinistra. C’è poi un terzo elemento, avere l’ambizione di uscire dalla logica della festa di paese e una concezione non localistica della manifestazione. E questo non lo può dare una banda in più o in meno, uno spettacolo in più o in meno, lo dà la possibilità di dire “Vado ad Ivrea a vedere la fiera cavalli perché è il punto centrale della manifestazione”. Quest’anno ci saranno 100 cavalli e abbiamo l’obiettivo di arrivare a 50 carrozze. È tanta roba! Ricordando che le risorse non possono essere tutte pubbliche, devono essere anche private; la parte pubblica deve pensare alle strutture, il privato ai programmi usando quel contesto di strutture sul quale far poggiare l’organizzazione.

Cavalli tutto l’anno…

È chiaro che gli eventi importanti danno visibilità, quindi non si tratta di inventarsi chissà che cosa. Però occorrerebbe un’area attrezzata per le molte discipline equestri – gare, concorsi… sino ai ragazzini del “pony game” che oggi imperversa in tutta Europa –, che diventerebbero un’appendice di connotazione della città. Oggi, senza Olivetti, a Ivrea sono rimasti il Carnevale e San Savino. Se non puntiamo un processo di visibilità che abbia un appeal, non in un circuito localistico, ma che parli a Germania, Francia… è chiaro che non si esce da questo “cul de sac”; perché non è l’entità di abitanti che fa la differenza, ma la qualità di quel luogo.

Userete i nuovi mezzi di comunicazione per fare pubblicità fuori dal territorio?

Sì. Dovremo usarli in maniera più razionale e professionale, perché se ci limitiamo a esser come l’utenza normale, è chiaro che scadiamo nel pettegolezzo, nella critica e nella polemica spicciola. Noi abbiamo bisogno di uscire dalla polemica spicciola un po’ campanilistica, molte volte anche un po’ paesana, per andare verso valori più alti. Io ragiono da sindaco e penso che San Savino sia un’opportunità non solo per la città di Ivrea ma anche per il territorio circostante.

Un eventuale bando su tre anni permetterebbe di organizzare meglio il tutto?

Certo, la programmazione conta. Sinora le Amministrazioni hanno sempre agito in un regime di emergenza, e l’emergenza sta in qualche pazzo come noi che accetta di fare in poco tempo questa cosa, con tutte le conseguenze. La programmazione richiede e consente una visione su più anni per amplificare l’evento, scartare gli errori, evitare le criticità, fare di più e fare meglio…

Organizzare in pochi giorni vuol dire prendersi un bel rischio. Perché, Galletto?

Bella domanda. Io agisco per conto di un’associazione, altri agiscono per conto di se stessi. Io quando decido lo faccio a nome e con altri, altri invece decidono da soli. La mia associazione ha deciso di mettersi in gioco: mi sono sentito più protetto in questo ambito, perché vuol dire che le persone che ho attorno a me hanno un’idea di che cosa fare e come farlo. Sono contento di essere bravo a metter insieme gente brava.

Cosa c’è da sottolineare di questa edizione 2023?

La prima cosa è che già oggi 100 cavalli li abbiamo. Puntiamo ad avere 50 carrozze. Nel centro storico faremo iniziative di carattere ludico ricreativo. Sono in contatto per far venire la Fanfara dei Carabinieri, quella nazionale, a cavallo; attendiamo da un momento all’altro l’ultimo step autorizzativo. Ci saranno i mercati, le otto Pro Loco in Piazza Freguglia. Puntiamo sulla territorialità, sulla socialità e associazionismo locale, e riportiamo le carrozze in centro. Questa volta le carrozze il venerdì sera passeranno in via Palestro, come tanti anni fa. Ovviamente ci saranno i fuochi d’artificio sui Navigli e la fiera cavalli nell’area verde. Musica dal vivo in piazza Ottinetti, aperitivo in musica con una band molto importante che percorrerà il centro storico; inoltre presenteremo la più importante collezione di mezzi di lavoro storici che c’è in Italia, quella della Fondazione Marazzato di Stroppiana… Insomma tantissime cose ben dettagliate nel volume del programma completo che stiamo per editare. Voglio dire che una novità sarà la giuria internazionale per i cavalli: avremo due giudici olandesi, togliendo anche la parvenza della non oggettività delle valutazioni, una garanzia in più ai partecipanti della fiera che il giudizio sarà di alto livello, incontestabile. Ci costa un po’ ma avremo questi giudici.

Già, quanti soldi servono?

50mila euro sono i fondi già disponibili. Però i costi sono alti: solo i box costano 12mila500 euro, i fuochi artificiali 15mila euro, e se ci mettiamo il piano di sicurezza, strutture e personale di sicurezza, materiali vari… non c’è spazio per scialare. Se la Fanfara nazionale dei Carabinieri verrà a Ivrea, sarà un omaggio della nostra Associazione alla Città e non sarà pagata coi soldi pubblici. Cerchiamo anche qualche sponsor, perché in ogni caso non ci sarà nessun biglietto di ingresso e tutto sarà a libero accesso: vogliamo che sia una festa popolare, in cui tutti in qualche maniera traggono visibilità e beneficio.

Quindi tutti contenti e i commercianti in particolare…

Onestamente e semplicemente dico: si fa tutto quello che si deve fare, quello che si può fare e quello che la legge ci permette di fare. siamo convinti che non accontenteremo tutti, ma saremo il più possibile inclusivi in una logica di comportamento programmatico che tenga conto delle cose più funzionali. ai commercianti diamo una grande opportunità ma non si possono aspettare che San Savino porti la manna dei clienti: occorre che ci sia un atteggiamento attivo, positivo e propositivo anche da parte loro e non solo quel giorno lì, creando condizioni per attirare clienti. Noi non risolveremo i problemi al commercio di Ivrea, non è nostro compito: ma tutti devono entrare nella logica che i cavalli al parco dora non sono concorrenziali ma complementari all’offerta di eventi e iniziative nel centro città.

c.m.z.

Redazione Web