24 ragazzi, un’unica, grande passione per il territorio canavesano e i suoi vini; idee innovative, progetti condivisi, sogni da realizzare.
L’associazione Giovani Vignaioli Canavesani è ben rappresentata dall’immagine che è il loro simbolo: mani unite in una stretta vigorosa, che sancisce un patto di amicizia e solidarietà.
Ragazzi pieni di entusiasmo, che hanno creato 24 nuove aziende vitivinicole e intendono trasformare il Canavese in un territorio da visitare e da gustare.
“ReWine Canavese, evento dedicato ai grandi vini del Canavese e non solo…”, alla terza edizione, il più famoso dei loro appuntamenti, organizzato da Gian Marco Viano, Vittorio Garda e Gualtiero Onore, ha riunito esperti e operatori – Mario Pojer, Mateja Gravner, Marta Rinaldi, Anna Ciccarone e Alessandro Moretti – per condividere esperienze e parlare di innovazione.
Sabato scorso, al Castello di Masino, “Storia e geologia del Canavese: un racconto con il vino al centro”; all’Officina H, “Come cambia il mondo del vino: nuove tendenze e nuove generazioni”.
Il convegno, presentato da Daniele Lucca, aperto da Viano, presidente dei Gvc, è iniziato con il saluto del neo sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, che ha detto che “la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze è per noi un importante obiettivo, e la partnership con il mondo vitivinicolo è il primo passo. Vi invito a venirmi a cercare: progettiamo insieme il futuro!”.
I relatori hanno offerto spunti di riflessione e temi per sperimentazioni e approfondimenti; si è parlato di potatura gentile, riduzione della defogliazione e taglio erba nei filari per contrastare le variazioni climatiche, preparazione invasi per il recupero dell’acqua piovana, di innovativi tappi a vite, che garantiscono la perfetta conservazione dei vini nel tempo.
Neal Rosenthal, importatore americano e wine expert, affascinato dal nostro territorio e dai suoi vini, ha definito il termine “terroir” come l’insieme di 5 elementi: terra, clima, uva, ma anche cultura e fattore umano, che rendono ogni vino diverso dall’altro.
Domenica “Itinerario di degustazione con le migliori espressioni enologiche del terroir canavesano e non solo”: banchi d’assaggio, streetfood, masterclass sui vitigni storici, nebbioli a confronto, spumanti stile canavesano, momenti culturali in collaborazione con La Grande invasione, Tour Olivetti Unesco in “special edition ReWine” e la comicità di Dario Cassini.
Alberto Mancusi, che ha fondato l’azienda San Martin, vignaiolo dell’anno 2022, parla di “coraggio, investimenti, progettualità comune a lungo termine” e anche dell’importanza di “seguire esempi virtuosi, avere prodotti validi, curare la biodiversità, l’autenticità, conciliare il carattere rurale delle nostre terre con il sogno di far fiorire le attività e il turismo”.
Riccardo Boggio è stato proclamato “Vignaiolo dell’anno 2023”: amico, mentore, esempio.
Dopo gli studi di viticoltura ed enologia nell’ateneo torinese, nel 2018 ha scelto di recuperare vecchi vigneti abbandonati, costruirsi una cantina e sviluppare personalmente i suoi vini, con la denominazione Kalamass, dall’antico nome celtico della Serra Morenica di Ivrea.
Problematiche e rischi non mancheranno, a partire dagli eventi meteorologici: ma questi ragazzi, come ha detto Paola Bruna di Confindustria Canavese, intendono “affrontare le sfide e le difficoltà e trasformarle in punti di forza”.
Piera Monti
Redazione Web