Saluto a Sua Santità Bartolomeo I
in Cattedrale Santità, Arcivescovo di Costantinopoli, Patriarca Ecumenico: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”!Con immensa gioia accogliamo la Santità Vostra in questa antica Cattedrale della SS. Madre di Dio, che sorge su quella paleocristiana e che da più di 1000 anni custodisce le reliquie di san Savino, Vescovo di Spoleto e Martire, il quale, agli inizi del IV secolo, versò il suo sangue per la fede nel Signore Gesù Cristo.Vi ingraziamo, Santità, per il grande onore reso dalla Vostra presenza alla Chiesa che è in Ivrea: è la Chiesa paternamente salutata da sant’Eusebio di Vercelli nella lettera che questo antico Padre inviò alle Comunità cristiane del Piemonte dall’esilio in Oriente a cui fu condannato per la sua fedeltà alla dottrina nicena; è la Chiesa che ha avuto come suo primo Vescovo sant’Eulogio, il cui nome lascia intendere anche la sua probabile provenienza; la Chiesa, inoltre, che ha avuto tra i suoi primi Santi san Gaudenzio, che divenne primo Vescovo di Novara. Di questo Santo della Chiesa indivisa ho l’onore di offrire a Vostra Santità una preziosa sacra Reliquia. Ricordando con immensa gratitudine la amabile accoglienza che Vostra Santità mi riservò durante la mia visita a Costantinopoli, presento alla Santità Vostra, insieme al mio omaggio, quello di tutta la diocesi di Ivrea, del Clero e dei fedeli; come pure dei Sacerdoti e dei fedeli delle Parrocchie della Diocesi Ortodossa Rumena d’Italia, ai quali siamo legati da fraterno affetto e da grande stima. Nel salutare Vostra Santità mi faccio voce anche di tutta la Città e delle Autorità civili e militari. E insieme a Voi, Santità, saluto con fraterna deferenza tutta la Delegazione patriarcale che Vi accompagna. La gradita Visita di Vostra Santità, che rimarrà negli annali della nostra Diocesi, rinnova la gioia delle Visite compiute dai Romani Pontefici Sua Santità Giovanni Paolo II e Sua Santità Benedetto XVI i quali Vi hanno amato e onorato come venerato Fratello.Grazie, Santità!Noi chiediamo al Signore di ricompensarVi per il dono che ci fate con la Vostra paterna presenza; grazie per aver voluto unire la Vostra preghiera alla nostra nella festa del Santo Vescovo e Martire Savino!La Santità Vostra ci benedica!
Omelia nella S. Messa Pontificale
Santità, Eminenza, Eccellenze, carissimi Fratelli e Sorelle,
Sia lodato Gesù Cristo!
- Questo saluto – che riprende l’acclamazione “Lode a te, o Cristo”, risuonata in risposta al Signore Gesù che ci ha parlato nel S. Vangelo (Mt. 10, 34-39) – mette in luce chi c’è al centro della nostra festa: c’è il Signore Gesù presente e vivo, centro del cosmo e della storia, Salvatore degli uomini e di tutto l’uomo! A Lui noi rivolgiamo il nostro primo pensiero e, con la Liturgia della S. Chiesa, Gli diciamo: “Signore, Tu chiami il tuo popolo a celebrare nella gioia il ricordo del santo martire Savino; rendici testimoni fedeli del tuo regno, per essere partecipi della tua vita immortale” (Orazione colletta). Consapevoli del dono che abbiamo ricevuto nel S. Battesimo, nella S. Eucaristia e in tutti i Sacramenti della salvezza, noi Gli diciamo con sant’Agostino: “Allontanarsi da te è cadere, tornare a te è risorgere, restare in Te è esistere” (Soliloq. I, 3)!
C’è Gesù Cristo, carissimi, al centro della nostra festa, come c’è Lui al centro di tutta la vita di san Savino! È la grande verità della fede cristiana che oggi risuona nella S. Liturgia: “Nella gloriosa testimonianza dei tuoi santi tu confermi la fede della Chiesa… In essi, o Signore, noi celebriamo il compimento della Pasqua e proclamiamo la verità della parola annunziata da Cristo, dalla cui morte scaturisce la vita, dalla cui passione la gioia, dalla cui umiliazione la vittoria” (Prefazio della S. Messa).
- Essere in comunione con Cristo prendendo la sua croce e seguendolo noi troviamo la vita.
Il nostro Santo questo ha vissuto nel suo tempo, tra la fine del III e l’inizio del IV secolo, quando nell’Impero Romano ancora infuriavano le persecuzioni contro i discepoli di Cristo, come peraltro accade oggi in tante parti del mondo… Insieme a san Savino li vogliamo ricordare oggi questi forti testimoni di Cristo, appartenenti a tutte le confessioni cristiane, nella consapevolezza che, oggi come ieri, “il sangue dei martiri è il seme dei cristiani” e che c’è un prezioso “ecumenismo del sangue”.
“Habet mundus iste noctes suas et non parvas: questo mondo ha le sue notti e non piccole” scriveva san Bernardo di Chiaravalle. Lo constatiamo, ma quanto sant’Agostino lucidamente scriveva: “Nos sumus tempora. Quales nos sumus talia sunt tempora: i tempi siamo noi; quali noi siamo tali sono i tempi”. E del suo mondo, dell’Impero in profonda crisi culturale, politica e sociale affermava “questo non è un vecchio mondo che muore, è un mondo nuovo che nasce”… L’esito è amaro solo se l’uomo è “fugitivus cordis sui”: se fugge dal suo cuore abbandona la luce, rinnega i grandi valori che illuminano la vita.
Savino, vescovo e martire, è qui ad annunciare che l’uomo di oggi è quello di sempre; che il suo cuore è costituito da un desiderio di pienezza che non viene soddisfatto se non da ciò che è infinito, eterno… San Savino è qui a ricordarci che Gesù Cristo, presente “ieri oggi e sempre” è la fonte viva della nostra vita!
Sia lodato Gesù Cristo!